IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Vorrei gentilmente chiedervi durante tutto il publich speech di non pensare al coccodrillo; grazie. E’ ricominciata la scuola: l’ansia per le interrogazioni, l’ansia per il registro elettronico, l’ansia di non essere scoperti quando “si zumpa”.

Ansia, ansia, ansia; siamo circondati d’ansia. Ma vi siete mai chiesti “che cos’è l’ansia?”. Immaginatela come un drago che durante il compito, mentre state facendo l’interrogazione, appare nella vostra testa e distrugge la faticosissima ora del giorno prima passata a studiare. Ma non finisce mica qui, perché poi dopo il compito il drago è accompagnato dal senso di colpa, dalla frustrazione. E’ il vostro avversario interiore che dice “avresti dovuto fare di più!”. Ma la sapete una cosa? L’ansia non è un difetto. Prima di tutto esistono tanti tipi d’ansie e ognuno le percepisce a modo proprio. C’è chi dopo un brutto voto, preso dall’ansia di dover recuperare e dalla frustrazione di essere andato male, comincia a piangere; mentre c’è chi considera il brutto voto come una sfida con se stesso;  trasforma l’ansia nella curiosità di vedere se riuscirà la prossima volta a prendere un bel voto. Esistono poi anche ansie positive ed ansie negative: ad esempio l’ansia che si prova prima di bucare la ruota alla macchina della professoressa che ti ha messo due, è di certo un tipo di ansia positiva perché ti spinge a non essere scoperto; mentre gli attacchi di panico sono  serie conseguenze  dell’ansia  che per essere risolti devono ricevere attenzioni da specialisti. Per controllare l’ansia, dovete allora ascoltare il drago perché spesso contiene un prezioso messaggio: magari qualcosa della vostra vita non vi piace conviene pertanto mutare qualche vostro atteggiamento o comportamento. L’ansia in fondo è solo un messaggio lanciato dal vostro io interiore che desidera solamente il proprio benessere. Esistono molti semplici modi per controllare l’ansia, io ve ne dirò alcuni. Ogni qual volta avrete un compito difficile, o una qualsiasi situazione vi veda protagonisti, focalizzate nella testa, la sera prima, l’immagine di voi che fate quel compito. Ma state attenti, dovete pensare ad alcuni imprevisti che potrebbero accadervi (ad esempio,  un vuoto di memoria) e immaginare voi che trovate delle soluzioni per risolvere il problema (ad esempio, vi concentrate molto e alla fine ricordate quel piccolo dettaglio che il prof ha detto il mese prima mentre tossiva e che ovviamente… ha messo nel compito).  All’inizio del publich speech vi ho chiesto di non pensare al coccodrillo. Ora, sono abbastanza sicuro che qualcuno di voi proprio perché ho detto di non pensare al coccodrillo, abbia pensato ad un coccodrillo. Questo succede perché nella nostra mente il NON non esiste. Per essere più chiaro, spesso diciamo a noi stessi  “NON devo sbagliare”; “NON devo dimenticare nulla durante il compito”; “NON deve venirmi l’ansia”. Ciò però ci procura ansia e stress per il semplice fatto che abbiamo immaginato nella nostra mente l’errore. Converrebbe quindi trasformare quelle stesse frasi in chiave positiva: “Ce la posso fare”; “Ho studiato e farò del mio meglio durante il compito”; “Voglio sentirmi bene”. Cominciate quindi a individuare quali sono i vostri pensieri negativi ed eliminarli dal vostro cinema mentale grazie ad una tecnica chiamata stop thinking. Per essere più chiaro, ogni volta che vedete un ragazzo o una ragazza che vi interessa pensate sicuramente nel vostro cinema mentale “MHHHHHH, cosa ti farei” e partono quindi le soap opere infinite in cui voi due vi abbracciate in uno sterminato prato fiorito. Benissimo, siccome vostro è il cinema mentale, voi soltanto decidete che cosa mandare in onda: ogni qual volta avrete dei pensieri negativi gridate nella vostra testa “Stop!” immaginate uno schermo da cinema spento e proiettateci quello che più vi fa sentire bene. Come ultimo consiglio vi ricordo che l’ansia nasce e si sviluppa nella vostra testa pertanto  voi siete gli unici che potete controllarla: perciò non datele troppo peso, evitate di dire ogni tre per due “mamma che ansia” anche quando non è vero perché altrimenti il drago crescerà e vi schiaccerà; usate invece l’umorismo, scherzate anche su situazioni spiacevoli che vi vedono protagonisti; pensate a chi ha una malattia che gli impedisce di camminare e chi di questi tempi ha perso lavoro e di colpo le vostre preoccupazioni diventeranno piccole piccole. Così anche il drago diverrà piccolo piccolo, potrete allora salirgli in groppa, controllarlo ed insieme alle sue ali volare in alto.

Matteo Vinci 4B/ES Liceo "Ettore Palumbo" Brindisi

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