IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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NoteVerticali.it Pier Paolo Pasolini sognante bnNel corso della storia, la letteratura italiana è stata spesso scenario di lotte insite nella coscienza di artisti, dilaniati da una realtà a tratti effimera e altri bellica, reale. Tra le tante voci risalta <<l’urlo>> di Pier Paolo Pasolini, scrittore e regista italiano, importante per aver sostenuto con vitalità ideologie rifiutate dalla maggioranza della società, a suo parere “borghese”, che era interessata a produrre contenuti superflui e consumistici. Pasolini era, infatti, un uomo assai dedito alla più sfrenata ricostruzione della realtà, a volte beffarda, altre misericordiosa: è qui che si svolge l’intera vita pasoliana, tormentata ma, soprattutto, interamente vissuta. Le sue poesie sono la sua più mera testimonianza; la sua, però, è una poetica universale, in grado di unire dialetticamente la tesi e l’antitesi, unificando il presente con il passato. Per il Poeta, la generazione del suo tempo, stava perdendo le sue più care radici: nella realtà attuale, però, la profezia sembra ormai adempiuta. E’ importante, però, afferrare sin da subito la poetica pasoliana. La sconfitta è uno dei valori tanto amati da Pasolini. Egli è uno dei più grandi personaggi immortali, vinti dall’amore più sfrenato per la vita, per la società e l’intero <<cosmo>>; nel secondo canto de “La Divina Mimesis”, Pasolini si paragona a un fiore incolto e, come quelli in primavera, aspetta che <<il passato>> si confronti <<con il presente>>, in un prato su cui fiorirà la futura umanità. E’ molto importante ricordare anche un suo intervento sulla rivista chiamata “Vie nuove”:<<Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù.>> Inoltre, Pasolini era un grande sostenitore del comunista italiano Antonio Gramsci al quale dedica un’intera opera di poesie chiamata “Le ceneri di Gramsci”. Come Gramsci, Pasolini donò una grande importanza alla gente contadina e di strada, che fu protagonista dell’inizio e della fine della sua vita. Loro, infatti, condividevano la sua stessa <<Vita violenta>> e, di conseguenza, diventarono anche protagonisti della sua grande produzione cinematografica. In questo campo il regista ebbe molte critiche; Pasolini fu spesso perseguitato dalla censura a causa del realismo, spesso più reale della realtà stessa. Le critiche, però, sono la più ferma testimonianza di tale affermazione: anzi, possono essere quasi considerate come le risposte delle coscienze ormai macerate nel profondo, come avvenne per la questione della pellicola “La ricotta”, incriminata per <<vilipendio alla religione. >> Pasolini, infine, è anche promotore della solitudine, tanto desiderata e attesa dal poeta. Il motivo della sua scelta è nettamente contrassegnato dall’involuzione creatisi nei suoi tempi a causa dello sviluppo del nuovo mondo consumistico. Così, Pasolini intervenne sul set di Salò, in una conversazione con Giudeon Bachmann intitolata “L’artista è una contestazione vivente:<< Io penso che l’artista in nessuna società è libero. Essendo schiacciato dalla normalità e dalla media di qualsiasi società dove egli via, l’artista è una contestazione vivente. Rappresenta sempre l’altro di quell’idea che ogni uomo in ogni società ha di se stesso. Un margine anche minimo, magari non lo si può neanche misurare, di libertà, secondo me, c’è sempre. Non so dirti fino a che punto questa sia libera o non lo sia. Ma, certo, qualcosa sfugge alla logica matematica della cultura di massa, ancora per adesso.>>
Mariaconcetta Caramia, 5B/ES Liceo "Ettore Palumbo" Brindisi

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