Il giorno 15 febbraio 2016 le classi quinte del nostro Liceo, accompagnate dalle rispettive docenti di Italiano, hanno assistito alla rappresentazione teatrale “Estetika di una quotidiana follia” presso “La Cittadella degli Artisti” a Molfetta. La compagnia teatrale “Il carro dei comici”, con regia di Francesco Tammacco, ha voluto costruire un percorso attraverso il teatro pirandelliano, all’interno del quale si sono susseguite scene tratte da quattro capolavori teatrali del drammaturgo siciliano, focalizzando l’attenzione su alcuni dei temi principali della sua poetica.
Occasione colta al volo per “miscere utile dulci”, per vedere rappresentata una piccola parte di ciò che i ragazzi delle quinte hanno in programma (e porteranno agli esami a giugno); inoltre, sebbene si possa leggere, un’opera teatrale, in quanto tale, va vista rappresentata su un palcoscenico. A partire dai “Sei personaggi in cerca d’autore”, con la rottura della “quarta parete” che divide il palco dagli spettatori, assistiamo alla comparsa di questi personaggi, abbandonati dal loro autore, che sentono la necessità di parlare e mettere in scena la propria vita, il proprio dramma. Ogni personaggio ha in sé un copione, fa notare uno di loro.
“L’uomo dal fiore in bocca” catapulta all’improvviso gli spettatori nella vita di un uomo che ha “La morte addosso”, citando la novella dalla quale quest’opera teatrale è tratta: l’uomo ha un “fiore” in bocca, un epitelioma, che è una condanna, una scadenza. Sa di avere la morte addosso e cerca di assaporare la vita, sentirne il fastidio, vagare fisicamente e con la fantasia; le sue parole e la sua riflessione sulla vita e sulla morte colpiscono nel profondo non solo l’uomo con cui sta parlando, ma tutta la platea. Dopo un brano musicale suonato con una fisarmonica che ha accompagnato tutta la rappresentazione, si viene trasportati nel mondo di “Enrico IV”, l’uomo che in seguito ad una caduta da cavallo ad una festa in maschera, resta convinto di essere il sovrano inglese. Di questo dramma viene presentato solo il momento in cui l’uomo ammette di essere rinsavito da tempo, ma di aver deciso di indossare nuovamente la maschera quando si è reso conto di preferirla alla “solitudine più squallida e vuota” che era diventata la sua realtà. Esce infine di scena il sovrano e salgono sul palco i personaggi del dramma grottesco “La patente”, nel quale si racconta il tentativo di Rosario Chiarchiaro, considerato da tutti uno iettatore, di ottenere una patente che riconoscesse questo suo ruolo per guadagnare i soldi necessari per dare da mangiare alla sua famiglia.
Un susseguirsi di atti teatrali, di scene di “quotidiana follia”, che ci hanno permesso di toccare con mano ciò che il drammaturgo di Girgenti ha voluto mettere in scena e che ci hanno dato la possibilità di vedere i suoi personaggi prendere vita e, attraverso una scenografia essenziale e pochi elementi scenici, accompagnati dalle parole e dai gesti degli attori e da musiche di sottofondo, vivere con loro il loro dramma. Perché per vivere il proprio dramma bisogna farlo recitare dagli attori.
La scuola assolve alla sua funzione formativa aprendosi al territorio e alle varie forme artistiche: il teatro come vita e la vita come teatro. Noi ragazzi del Liceo “De Sanctis” abbiamo avuto questa straordinaria opportunità di assistere a scene “di quotidiana follia”.
Francesca Cassone, V sez. B/Sc. Um.
Liceo "De Sanctis", Trani (BAT)