IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Le grandi pestilenze, come quella durante il principato di Marco Aurelio o quella di Atene nel terzo decennio del V secolo a.C., evidenziarono i limiti della medicina antica. Molte furono le cause che resero i medici impotenti di fronte a malattie, oggi facilmente controllabili: la scarsa igiene, l’assenza di farmaci adeguati e l’ignoranza sulle ragioni che portavano alla diffusione delle malattie infettive. Risultati sorprendenti nella cura di alcune malattie e nella pratica chirurgica furono raggiunti dagli egizi e dai popoli del Vicino Oriente, però ogni forma di patologia era interpretata secondo una concezione magico-religiosa; la malattia era considerata una forma di maledizione divina: la conseguenzgalea di una colpa commessa contro una divinità. Anche la mentalità greca non era diversa. Spesso gli ammalati si recavano nel santuario di Asclepio, il dio della medicina; si sottoponevano a lunghissimi riti di purificazione e, sotto l’effetto di droghe, si abbandonavano a un sonno rivelatore, durante il quale Asclepio, apparso in sogno, li avrebbe informati, secondo la credenza popolare, sulla cura da seguire. Il merito di aver fatto della medicina una scienza e quindi di aver sottratto la malattia alla sfera magico-sacrale si deve al medico e geografo Ippocrate (460-377 a.C.). La scuola ippocratica, oltre a considerare la malattia un fenomeno naturale, sottolineò  la necessità di svolgere un’indagine per ricercare sintomi e cause e per poi effettuare una diagnosi corretta attraverso un metodo razionale e sistematico. Le teorie di Ippocrate e dei suoi seguaci ci sono giunte grazie alla raccolta di testi il Corpus hippocraticum. La concezione ippocratica continuò a dirigere la pratica medica anche in epoca romana. I medici dell’antica Roma si formavano non solo sui testi di Ippocrate, ma anche del medico Galeno di Pergamo (129-216 d.C.). Quest’ultimo diede contributi importanti agli studi di anatomia, chirurgia, farmacologia e patologia. Sia per Galeno che per Ippocrate la medicina era il più alto dei saperi, perciò il medico doveva possedere conoscenze in ambito fisico e naturale, di anatomia e fisiologia. Il pensiero di Galeno influenzò la medicina occidentale, non solo nel Medioevo ma addirittura sino alla rivoluzione scientifica del XVII secolo.  

 

 

 

 

Daniela Deceglie, Lopez Alessia Lopez 3°Au, Bianchi Dottula - Bari

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