Lo spettacolo ha avuto per tema la Passione di Gesù Cristo, Nostro Signore, e si è basato su testi del noto scrittore e poeta Mario Luzi.
I protagonisti sono stati Michele Placido, nella parte di Gesù, Donato Placido che ha impersonato San Pio da Pietrelcina, seduto ad un confessionale, e Gerardo Placido che, insieme a Paolo Gattini, ha letto i passi del Racconto.
Un testo laico con diverse citazioni del Vangelo, dove si parla di Gesù come un uomo in preda a dubbi, paure, oppresso dal timore della sofferenza e della solitudine, tutti quei sentimenti che gli uomini sperimentano nei momenti bui della propria esistenza, quando il cielo è sordo ad ogni richiesta di aiuto, e la sofferenza fisica, morale e spirituale sembra invadere l’intera esistenza.
Eppure Gesù, il Messia, nel suo intimo dialogo con il Padre, non manifesta rancore né ribellione, egli ci appare come un Uomo innamorato degli uomini, nonostante siano duri di cuore e ingrati verso il Creatore, egli ama la Terra e soffre nel doverla lasciare ma sa che solo attraverso la morte sulla croce, il suo apparente fallimento, porterà vita e salvezza in ogni tempo.
I brani delle lettere di San Pio, scelti in maniera appropriata, raccontano del suo grande amore per Gesù Crocifisso, della partecipazione alle sue sofferenze e del suo ruolo di ” Cireneo” per la salvezza di tutti gli uomini.
Michele Placido, qualche anno fa, ha avuto l’onore di interpretare sullo schermo “Padre Pio tra cielo e terra”, e questo ha reso più intenso il suo legame con San Giovanni Rotondo e Padre Pio, “un umile frate che ha fatto tanto per i bisognosi”. Egli afferma “Quando vengo qui io sento amore, sogno di venire a San Giovanni Rotondo per ritirarmi in qualche luogo di meditazione,un convento o una chiesa da recuperare, magari per offrire ospitalità a tanta gente bisognosa.La mia fede - ha aggiunto - è trasmettere valori usando la voce e i gesti. In questo senso la rappresentazione della Passione di Cristo su testi di Mario Luzi è un omaggio al Creatore che si abbassa verso l’umanità per alzare l’uomo e, soprattutto, per affermare che Cristo è amore non terrore. La Fede non è altro che aiuto verso gli altri che soffrono. La Fede solleva non seppellisce”.
Un richiamo potente che stigmatizza coloro che, in questi anni, utilizzano la fede nel proprio Dio per terrorizzare e uccidere, ma anche chi non riconosce come fratelli coloro che arrivano laceri e sofferenti, in fuga da guerre e fame.
Michele Placido conclude ricordando le vittime dell’attentato terroristico nelle Chiese in Egitto, invitando tutti a riscoprire il valore profondo del silenzio.
Martina Pennelli 3^A Economico Sociale, I.M.S. “M. Immacolata” San Giovanni Rotondo
A SAN GIOVANNI ROTONDO - I RITI DELLA SETTIMANA SANTA APERTI DA MICHELE PLACIDO
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- Inserito da D'Amico Paola
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