Ogni volta che parliamo di noi proviamo a descrivere il nostro colore, che la parte più nascosta e buia della nostra coscienza conosce e che gli altri non possono vedere.
Instintivamente però ci guardiamo intorno, scansando noi stessi e sfuggendo alle domande che inevitabilmente ci poniamo.
Ci guardiamo intorno, magari di sera, quando tutto è disteso, fermo, pacato e paziente.
Ad esempio, la notte è particolarmente colorata: apparentemente il blu intenso copre ogni cosa.
Ma le stelle riempiono di vita l’ultimo momento della giornata. Lo riempiono di colori. Lo riempiono di pensieri. Pensieri che vagano, in contrasto con lo stato immobile di ogni cosa.
">Risposte incerte. Sorrisi di ricordi. Brividi di dolore. Lacrime di gioia. Così silenziosa. Così rumorosa.
In una notte d’estate mi è capitato di girovagare e pensare. Guardando quel meraviglioso cielo pieno zeppo di stelle, ho pensato a un quadro di Van Gogh intitolato ‘Notte Stellata’, in cui l’artista esprime il senso delle sue parole: «Spesso penso che la notte sia più viva e più riccamente colorata del giorno».
Il dipinto grida d’arte. Esplode nella stanza di Vincent che ha tracciato pennellate a memoria, rendendo il quadro d’un forte impatto emotivo.
Dal punto di vista della tecnica egli usa colori puri, violenti, contrastanti tra loro, privi di gradazioni sfumate e passaggi tonali. Scie vorticose dilatano astri giganteschi e si inseguono entro cieli dal blu intenso. La Notte di Van Gogh è schiarita da bagliori argentei che sembrano tratteggiare le segrete geometrie dell’universo. Una magica energia sospinge il movimento delle stelle.I colori chiari sono rafforzati dall’accostamento di pennellate che vanno dall’azzurro al violetto, al blu più intenso. Con tratti precisi di color giallo, arancio e bianco, Van Gogh rende l’intensa luminosità di questo notturno. Le pennellate seguono con insistenza i contorni delle figure, dilatandoli a dismisura.Tra i vortici terrorizzanti del cielo notturno, solo gli astri si presentano come punti fermi e, dunque, come elementi attorno ai quali possono gravitare il colore ed il pensiero.
Scrisse Van Gogh:«…guardare il cielo mi fa sempre sognare… Perché, mi chiedo, i punti scintillanti del cielo non sono accessibili come in puntini neri sulla cartina della Francia? Proprio come prendiamo il treno per andare a Tarascona o a Rouen, così prendiamo la morte per raggiungere una stella ». Nell’opera egli cerca di rappresentare quella vita, quell’angosciosa vita, che attribuisce alla notte,come se dentro al cielo stellato lui cercasse conforto dalle afflizioni della vita.
Ci si innamora della notte come un appassionato di quadri si innamora di un certo dipinto. Starebbe ore ed ore a guardarlo senza mai stancarsi.
La notte prima o poi riuscirà, grazie alle molteplici stelle a svelare il nostro vero colore. E come affermava il noto linguista italiano Niccolo Tommaseo: «Ascoltate i pensieri, i presentimenti della notte, perché, in quella pace, come sommesso rumore lontano, si fa la coscienza sentire»
.Ebbene sì, coscienza vieni a me.
Luciana Selvarolo V AL Liceo Economico Sociale “Ettore Carafa” Andria.