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Fuori da un evidente destino. Con questa sua frase voglio presentarvi Giorgio Faletti, nato ad Asti il 25 novembre del 1950, non era una persona qualunque, ma uno dei maggiori vanti del nostro paese. Nasce come comico, fa subito notare il suo talento lavorando con personaggi del calibro di Raffaella Carrà e Teo Teocoli, ma è proprio nel 1985 che raggiunge l’apice nella sua carriera di comico, lanciato da un programma tv che i nostri genitori sicuramente ricorderanno “DRIVE IN”, in cui Faletti interpreta diversi personaggi come: il Testimone Bagnacavallo, Carlino (famoso per il tormentone “giumbotto”), il Cabarettista Mascherato, Suor Daliso, Vito Catozzo e molti altri ancora. Sono tutte interpretazioni rimaste nella storia, ma probabilmente la più famosa e preferita anche dallo stesso Faletti è proprio Vito Catozzo. In una intervista rilasciata nel 2013 ci racconta infatti come questo personaggio abbia influenzato la comicità di un tempo, grazie ad un linguaggio tutto suo (culattacchione, mondo cano e porco il mondo che ciò sotto i piedi…). “far ridere è la cosa più difficile al mondo” disse Faletti, ma lui ci è comunque riuscito nel migliore dei modi. Per un incidente che lo costringe all’immobilità per circa due mesi e in questi due mesi si avvicina al mondo della musica. Fin da piccolo aveva cominciato un’attività da cantautore che sfocia nel suo primo album “Disperato ma non serio” 1990. Questa attività lo portò a scrivere canzoni per Mina, Fiordaliso, Gigliola Cinquetti. Nel 1994 partecipa a Sanremo con uno dei suoi più grandi capolavori nell’ambito musicale “Signor tenente” la canzone verrà inserita nell’album “Come un cartone animato” premiato con un disco di platino. E’chiaro in questo pezzo il richiamo alle stragi di Capaci e di via D’Amelio, il brano non è solo una denuncia contro la condizione lavorativa delle forze dell’ordine in particolare quella dei Carabinieri, mentre l’uso ripetuto della parola “minchia” all’inizio di ogni strofa e il forte accento siciliano sono un chiaro riferimento alla famigerata “Cosa Nostra”. Questa canzone dovrebbe essere da esempio per chiunque, un urlo contro la mafia, tanto che vinse il premio della critica. La comicità comunque non viene messa da parte e scrive una raccolta di episodi del suo personaggio preferito Vito Catozzo “Porco mondo che ciò sotto i piedi”. Ed ora il G. Faletti che preferisco di più, con grande sorpresa scrive un romanzo giallo nel 2002 intitolato “Io uccido”. La critica è stata inizialmente un po’ scettica all’uscita di questo libro, perché un comico che scrive un romanzo giallo sarebbe potuto passare in secondo piano, ma vi annuncio che questo libro oggi ha venduto circa 4 milioni di copie e probabilmente sarà proprio nella vostra libreria e voi neanche lo sapete. Jeffery Deaver uno dei maggiori scrittori di thriller ha dichiarato che uno come Faletti dalle sue parti si definisce Larger than life, uno che diventerà leggenda. Effettivamente così è stato perché G. Faletti ha continuato a scrivere grandissimi capolavori come: Niente di vero tranne gli occhi, Fuori da un evidente destino, Io sono Dio, Tre atti e due tempi ecc.. vere e proprie opere letterarie. “"L'importante non è quello che trovi alla fine della corsa, ma quello che provi mentre corri" vi ricordate chi pronuncia questa frase nel fìlm “Notte prima degli esami”? il professore! Esattamente. Quel personaggio che inizialmente sembra cattivo ma poi si scopre una delle persone più dolci del film, interpretato proprio da G. Faletti, il nostro Comico, attore, cantante e scrittore, una persona che riesce a coniugare così tanti ruoli e ci riesce con una professionalità e bravura allucinante. Arriviamo al punto; perché vi sto parlando proprio di lui? La risposta è semplice…Giorgio Faletti deceduto il 4/07/2014 resterà uno di quei personaggi la cui scomparsa lascia un vuoto incolmabile perché poche e rare persone hanno saputo essere così eccezionali e complete in ogni sfaccettatura. Di lui ci rimane la consapevolezza che “Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare. Non le hai scelte e nemmeno le vorresti, ma arrivano e dopo non sei più uguale. A quel punto le soluzioni sono due: o scappi cercando di lasciartele alle spalle o ti fermi e le affronti. Qualsiasi soluzione tu scelga ti cambia, e tu hai solo la possibilità di scegliere se in bene o in male.” Dal libro “Io uccido”.

Matteo D'Agostino 4^A Economico-Sociale, Liceo "E. Palumbo" Brindisi

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