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Gli artisti modernisti, come è noto, prendevano idee e tecniche dalle generazioni precedenti per migliorarle, innovarle e reinventarle convertendole ai nuovi bisogni e ai messaggi che si volevano comunicare. Ad esempio, Renoir maestro dell’Impressionismo, non interessato  alla rappresentazione definita e dettagliata dell’arte classica, fece uso di una tecnica pittorica che produceva immagini sfocate, in modo tale da dare l’impressione di rivivere un ricordo più che una scena reale. 
Il medesimo empito a innovare e superare la tradizione funziona anche nei videogiochi, in cui l’avanzamento tecnologico permette di ottenere risultati sempre nuovi e rivoluzionari e, quindi, esperienze sempre più immersive e profonde. Così dai giochi in 2D negli anni ’80,  con trama assente e disegnati a poligoni , si è passati ai mondi in 3D con grafica sempre più realistica e storie più verosimili;sono nati così: “Call of duty”, in grado di far immergere verosimilmente  il giocatore-soldato negli avvenimenti delle due guerre mondiali, o “Portal”, un videogioco rompicapo caratterizzato da un game-design rivoluzionario. 
Procedendo nel nostro excursus tra arte pittorica e videoludica, la rinnovazione iconografica del post-modernismo che ha rigettato il modernismo, esagerando la visione soggettiva dell’artista, ha un contraltare riflesso nell’arte del gaming. Gli aspetti meta-artistici della concezione post-modernista hanno influenzato chiaramente i game developers più famosi.
Esempi sono “The stanleyparable”, incentrato sulla capacità del player di scegliere, oppure “Oki-dokiliterature club”, impiantato sulla storia di un ragazzo che entra nel club di letteratura del proprio liceo e interagisce con le quattro ragazze che lo compongono; è questo un gioco caratterizzatodall’interruzione dell’illusione scenica con richiami espliciti al giocatore.
Al post-modernismo, segue il post-postmodernismo, movimento artistico iniziato negli anni ’90 e ancora oggi vitale. Esso recupera notoriamente la percezione del realismo, mettendo da parte l’ironia post-moderna. Tale visione sta avendo una ricaduta anche nella struttura grafica dell’arte videoludica. E così sono stati confezionati altri giochi come “The legend of Zelda”, talegameplay si può definire un misto di azione, avventura e rompicapoe risulta incredibilmente realistico e verosimile.
 
Francesca Vella 3 a Liceo G. Bianchi Dottula - Bari
 

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