Eric Bernant, imprenditore catalano figlio di pasticcieri e proprietario di una fabbrica di dolci al miele, presenta al mondo un prodotto rivoluzionario, che piace a grandi e piccini: il Chupa Chups. Il famoso lecca lecca riscuote immediatamente un enorme successo: è la prima caramella sferica su un bastoncino chiamato "Gol", dalle dimensioni ridotte per consentire ai bambini di non sporcarsi le mani; ed è il primo bon bon che trova facile collocazione vicino alla cassa dei negozi, per essere così facilmente fruibile dai bimbi. Non una semplice invenzione “culinaria”, ma una strategia di marketing innovativa, alla quale seguì uno studio del packaging e del logo che ne fecero un classico esempio di food design.
Sorge spontanea la domanda: dov’è il collegamento con l’arte?
Il collegamento è proprio nello studio del marchio. Infatti, nel 1969 fu il pittore surrealista Salvador Dalì a ideare il tratto distintivo, che ancora oggi caratterizza Chupa Chups: il pittore catalano (si dice) disegnò il logo in meno di un’ora sul retro di un giornale.
Nacque così la famosa margherita gialla, simbolo allegro e originale che ne fa uno dei progetti di branding più longevi nella storia del marketing.
Così come Dalì si è messo al servizio di un brand, al contrario, un brand, 40 anni dopo, ha utilizzato l’arte surrealista per una campagna pubblicitaria.
Volkswagen, per lanciare sul mercato la Polo Blue Motion, ha ideato una campagna pubblicitaria surreale, con divertenti riferimenti a Magritte e a Dalì.
Questo è solo un esempio di citazionismo in pubblicità (Purchase), una strategia di marketing molto diffusa che ha diversi vantaggi: da un lato riesce ad “elevare” il prodotto sponsorizzato, al quale viene associato il rispetto dell’opera d’arte; dall’altro usare un linguaggio artistico permette, di riflesso, di far riconoscere in modo immediato il brand o il prodotto in questione. A sua volta la pubblicità può avere una funzione “educatrice” facendo conoscere al pubblico aspetti dell’arte che ignoravano.
Il messaggio che i pubblicitari della Volkswagen vogliono esprimere è molto chiaro: si vogliono evidenziare i bassi consumi dell'automobile. Quindi, elaborano creativamente i "quadri" attingendo al mondo immaginario dei due pittori surrealisti e riproducendone fedelmente lo stile. Un po’ dissacrante, ma secondo me, sicuramente suggestiva e di sicuro impatto.
Arte e marketing si compensano, sono due lati della stessa medaglia che, quando sono messi in relazione, portano a nuove forme creative di grande successo.
Rosa Casalino, Rebecca Ruccia 4^A LES Liceo Bianchi Dottula - Bari
L’arte nella Comunicazione
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- Inserito da Laura Triggiani
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