Il gusto è uno dei sensi, i suoi recettori sono le papille gustative che agiscono attraverso la percezione di cinque gusti principali: amaro, dolce, salato, aspro e umami. Ogni papilla gustativa è formata da 50 a 100 cellule con una vita media di circa 10 giorni, trascorso questo lasso di tempo le cellule si rinnovano. Lo studio condotto dalla Cornell University sui topi ha evidenziato come le cavie utilizzate, in questo caso specifico dei topi in condizione di obesità, hanno circa il 25% in meno di papille gustative rispetto ai roditori sani presi in considerazione. L’esperimento consisteva nel fornire a metà degli animali una dieta con il 14% di grassi mentre all’altra metà una dieta con il 58% di grassi; dopo due mesi i topi con una dieta più ricca di grassi sono aumentati di circa un terzo del loro peso, perdendo inoltre un quarto delle papille gustative, le restanti papille invece sono risultate meno efficienti. Normalmente il ricambio delle papille è bilanciato tra la morte cellulare programmata e la produzione di nuove cellule da alcune cellule progenitrici speciali. Ciò non è stato riscontrato nei topi obesi, dove il tasso di morte cellulare è aumentato di pari passo al calo delle cellule progenitrici, questa è la spiegazione per cui, secondo i ricercatori, viene percepito in maniera minore il gusto. Questi risultati– spiega Robin Dando, co-autore della ricerca – potrebbero indicare nuove strategie terapeutiche per alleviare la disfunzione del senso del gusto nelle popolazioni obese.
Giusy Ciavarella IISS Alpi- Montale - Rutigliano
L’obesità spegne il senso del gusto
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- Inserito da Giacoma Rescina
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