IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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L’istituzione scolastica, seppur spesso criticata, viene considerata fondamentale ed indispensabile per la crescita e la formazione di un individuo. È sempre al centro dell’attenzione, poiché si ritiene che proprio tra i banchi di scuola si formi quello che poi sarà l’uomo del domani. È un’azione universale che unisce tutti, almeno questa è la concezione che ne ha l’Italia. Ma in altri paesi accade lo stesso?
Nel gennaio del 2018, in Cina, un bambino di otto anni, di nome Wang Fuman, ha percorso più di 4 chilometri ad una temperatura di circa nove gradi sotto zero unicamente per raggiungere la scuola elementare Zhuanshanbao situata nella zona rurale di Zhaotong, nella provincia dello Yunnan. È arrivato a scuola con i capelli ghiacciati e le mani spaccate dal freddo. Il bimbo vive con la nonna e la sorella maggiore, mentre i suoi genitori vivono in città; sono una famiglia umile e dalle scarne risorse pecuniarie, tuttavia Wang sogna di poter cambiare la sua vita grazie all’istruzione, di andare a Pechino e diventare poliziotto per poter aiutare la gente. Questo è quanto accade in un paese stracolmo di contraddizioni: megalopoli futuristiche, e luogo di una povertà incredibile, per molti, come per il piccolo Wang, istruzione vuol dire riscatto sociale.
Vi è anche chi, al contrario, ritiene che la scuola non basti, che non sia una giusta o adeguata fonte di insegnamento. Un esempio di ciò è rappresentato da Donna e Chris Jackson; abitavano nell’Hertfordshire, in Inghilterra con le due figlie, Miley e Elie di sei e otto anni. Un giorno si sono resi conto di non essere felici della vita che stavano conducendo e del modo in cui stavano crescendo le loro bambine, così hanno venduto la casa, lasciato il lavoro e hanno iniziato a girare il mondo. Hanno visitato Canada, Stati Uniti, le Bahamas, la Costa Rica e molti altri posti. Durante un’intervista Donna ha raccontato: “la gente tende a dare tutto per scontato e raggiunge la vecchiaia parlando di ciò che avrebbe voluto fare, piuttosto che di ciò che ha fatto. È un mondo estremamente materiale, le persone danno ai propri figli un iPad che fissano per ore, noi stiamo insegnando loro le cose che vogliamo che sappiano.” Quindi i due coniugi hanno deciso per il fai da te, trasformandosi in insegnanti per i loro figli.
Stessa scelta è stata compiuta dagli svizzeri Paul e Carolina King. Dopo aver visitato oltre venti scuole per scegliere la migliore per i loro figli, Winston e Henry, di sei e quattro anni, i due hanno deciso di fare un viaggio intorno al mondo grazie a cui i piccoli avrebbero potuto apprendere molto di più di quanto sarebbe accaduto sui banchi di un istituto. Nelle intenzioni dei genitori, in viaggio ai due bambini verrebbe fornita un’educazione complementare e più pratica. In un’intervista al Daily Mail i coniugi hanno spiegato: “Abbiamo visitato quindici paesi nell’ultimo anno e mezzo e i nostri figli hanno imparato più di quanto la scuola avrebbe dato loro. Inoltre ne comprendiamo le reazioni reali, un giorno si sono svegliati e ci hanno chiesto di tornare in Egitto. Perché dovrebbero leggere della storia e delle culture dei popoli quando possono viverla in prima persona?”
Al sistema formativo spetta il compito di garantire ampie vedute, attraverso un approccio transdisciplinare. La cultura scolastica deve potersi presentare come una "scuola di cultura", con al centro i processi d'individualizzazione e socializzazione. Così il "sapere" senza "saper fare" è infruttuoso. Imparare ad essere, tuttavia, implica anche l'imparare dagli altri ed a stare con gli altri. Così il sistema formativo non deve essere inteso come un sistema chiuso e predefinito, bensì come una condizione d'apprendimento aperta e dinamica, dove il "diverso" ed il "distante" rappresentano le due grandi opportunità per comprendere la propria realtà esistenziale e culturale. In tale prospettiva tutte le istituzioni formative sono chiamate ad aprirsi e a confrontarsi nella decodificazione di una realtà sempre più complessa. Di questo compito devono sapersi fare carico non solo coloro che operano nella scuola e nell'università, ma anche tutti coloro che si pongono con ruoli formativi all'interno d'associazioni e di movimenti, in maniera tale da ampliare il raggio della consapevolezza della funzione e del valore del sapere.
Marinella Milia 4AU Liceo Bianchi Dottula - Bari

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