Il meccanismo del Premio Strega prevede che la scelta del vincitore sia affidata ad un gruppo di quattrocento uomini e donne di cultura, tra cui gli ex vincitori. Coloro che compongono la giuria sono tuttora chiamati “Amici della domenica”, dal giorno prescelto per le loro prime riunioni.
I quattrocento giurati possono proporre dei titoli a loro graditi, purché ogni candidatura sia supportata almeno da due di loro; attualmente è ammessa la partecipazione di un numero massimo di 12 opere.
Tra i tantissimi nomi dei vincitori, notiamo quelli di alcuni dei maggiori intellettuali del XX secolo, come: Cesare Pavese (1950), Primo Levi (1979) e Umberto Eco (1981).
Molte sono state le novità introdotte nel processo evolutivo di questo grande progetto italiano e le modifiche apportate alle modalità di premiazione, ma la cosa più inedita, almeno in Italia, è avvenuta nel 2014, quando una Graphic Novel, per la prima volta, è stata candidata al Premio. Parliamo di “Una Storia” di Gipi, uno dei più affermati fumettisti contemporanei. E poi di nuovo nel 2015, la vicenda si ripete con il fumetto “Dimentica il mio nome” di Zerocalcare, anche lui come il suo collega Gipi, è uno dei massimi esponenti del genere. Entrambi conosciuti come fumettisti che uniscono avventura e realismo di cronaca e di vita personale, per poi dare vita ad un'opera che fa sognare ad occhi aperti il lettore.
Tutto ciò ha rappresentato una specie di conquista, come una tappa verso la nobilitazione di un genere narrativo messo spesso in disparte, marginalizzato dalla critica, trattato ancora da troppi come un prodotto di serie B e relegato in un mercato che, seppur in crescita, è ancora piccolo e apparentemente stagnante. Il fumetto è un mezzo di comunicazione che nasce dall’incontro tra immagine e parola,legate tra loro da un nesso narrativo e organizzate secondo un insieme di regole e tecniche ben definite. Ma alcuni sono ancora scettici sul riconoscere questo mezzo di comunicazione come una vera e propria forma di narrazione, poiché nell'immaginario collettivo, il fumetto è considerato una lettura di svago, probabilmente perché ci dà la possibilità di immedesimarci in avventure immaginarie in modo semplice e immediato. Noi amanti del fumetto, però, sappiamo cosa c'è dietro ad una “semplice” vignetta: l'immaginazione, la creatività e l'infinito lavoro dell'autore e soprattutto una morale che si può celare dietro alla satira o dietro a tanti altri modi per costruire un fumetto.
Negli ultimi anni, si è guadagnato la definizione di Nona Arte, termine coniato per la prima volta da Claude Beylie nel 1964 e diffuso in seguito dal critico francese Francis Lacassin, per non parlare del ruolo che ha svolto per l'Art Pop.
Inoltre,a differenza del passato, oggi il mondo del fumetto è pieno di autrici donne. A dirla tutta, ci sono sempre state, soprattutto nell'ambiente del fumetto indipendente, ma con gli anni anche le donne si sono prese i loro spazi, rivendicando tutta la libertà di cui son state private, per ripartire ancora più cariche, tanto che sono sempre di più le grandi menti femminili ad emergere.
Dunque, c'è solo da credere nel fumetto, supportandolo, e aspettare che ci sorprenda ancora come finora ha fatto, che ci regali altre nuove emozioni e si affermi maggiormente nella nostra cultura.
Ilaria Devicienti 4^A Economico-Sociale "E. Palumbo", Brindisi
Il ruolo del fumetto nella nostra società
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