L’evento ha avuto inizio alle ore 10.45, quando la guida ha introdotto una breve descrizione dei motivi dell’esposizione. Ha spiegato, infatti, che la direttrice ha selezionato determinati dipinti per non falsare il cambiamento reale della città di Bari e delle province. Dopo un accenno storico, con qualche riferimento a Federico II, Giuseppe Bonaparte e Murat, è iniziata la vera e propria analisi delle opere esposte. La mostra è espressione del paesaggismo pugliese, una corrente artistica che si occupa della rappresentazione di spazi aperti, quali parchi e giardini. Il primo quadro esposto è “Lo scorcio dell’Ofanto” di Giuseppe De Nittis, molto importante per l’architettura del paesaggio in quanto ha raffigurato tanti luoghi di Barletta, sua città natale. La mostra continua poi con numerose opere di Francesco Netti, Galliani, Francesco Vacca, Damaso Bianchi, ma anche con tele di Michele De Giosa, Riccardo Ferrara, Antonio Piccinni, Francesco Romano, Bartolomeo e Hero Paradiso, Marino Cives, Luigi Russo, Francesco Speranza, Raffaele Armenise. Tutti gli autori, esponenti del paesaggismo, pongono in risalto soprattutto gli spazi aperti e naturali di località a loro note, denominate dal direttore responsabile della mostra “luoghi del cuore”, come la Murgia e la Selva di Fasano. L’esposizione termina con una tela di Armenise, considerata fondamentale del paesaggismo locale, in quanto rappresenta la festa di San Nicola, la più emblematica della popolazione barese, descritta nel momento in cui i pellegrini sono intenti a raggiungere la statua del loro Santo Patrono. Lo scopo della mostra è sicuramente quello di far riflettere tutti i cittadini sull’importanza degli spazi verdi della nostra regione, al fine di limitare gli interventi umani tesi sempre più a “distruggere” le aree naturali e a cancellare il privilegiato rapporto tra uomo e natura, sempre esaltato nell’arte di tutti i tempi.
Simona D'Alba
Liceo Bianchi Dottula