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Nonostante le molte innovazioni dei tessuti, non c'è mai stato un materiale capace di modificare le sue proprietà isolanti in risposta alla tutela dell’ambiente: fino a quando gli scienziati dell’Università del Maryland hanno sviluppato il primo tessuto capace di cambiare automaticamente le proprietà per intrappolare o rilasciare il calore a seconda del luogo in cui ci si trova.
Per sviluppare la nuova tecnologia i ricercatori hanno tratto ispirazione da una formica che vive nel deserto del Sahara, dotata di peli che riflettono una gamma di raggi infrarossi per dissipare il calore in eccesso. Anche il corpo umano produce e assorbe calore sotto forma di infrarossi intorno ad una lunghezza d’onda di 10 micrometri. Considerato che la radiazione infrarossa è responsabile per oltre il 40% dello scambio di calore tra corpo e ambiente, per regolare la temperatura corporea si può intervenire su questo processo.
Il nuovo tessuto è caratterizzato da un filato sintetico con un rivestimento in nanotubi di carbonio che viene attivato dalla temperatura e dall’umidità, rilasciando calore in condizioni di caldo umido e intrappolando il calore quando le condizioni sono fresche e asciutte. Il filo di base per questo nuovo tessuto è creato con fibre composte da due diversi materiali sintetici: uno assorbe l’acqua e l’altro la espelle. In pratica, le fibre si deformano se, esposte all’umidità e, in primo luogo, apre i pori del tessuto, permettendo al calore di fuoriuscire, in secondo luogo, modifica l’accoppiamento elettromagnetico tra i nanotubi di carbonio del rivestimento. Il tessuto blocca la radiazione infrarossa o ne consente il passaggio. La reazione è quasi istantanea: quindi se vi è un surriscaldamento dell’ambiente, il tessuto si raffredda. Al contrario, se avviene un raffreddamento, il tessuto intrappola il calore. Secondo l’articolo scientifico, pubblicato su Science, questo è il primo tessuto in grado di regolare lo scambio di calore con l’ambiente ed è molto interessante per realizzare abiti che si adattano ai cambiamenti globali.
Occorre ancora tempo prima che il tessuto possa essere commercializzato, ma molti studiosi mostrano questo materiale è in grado di alterare la radiazione di calore di oltre il 35% e potrà anche essere lavorato, colorato e lavato similmente ad altri tessuti. Dunque con un solo indumento nel futuro potremmo forse affrontare sia il caldo che il freddo.
Erica Monticelli 5AU Liceo Bianchi Dottula - Bari

 

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