Negli anni ’30, il regime fascista cominciò a percorrere la strada del razzismo contro le persone di religione o di origine ebraica al solo scopo di compiacere la Germania nazista, con la quale Italia fascista era ormai in rapporti diplomatici sempre più stretti,che di lì a poco sarebbero confluiti in un’alleanza politica e militare. L’antisemitismo non faceva parte, prima di allora, né della cultura italiana né di quella fascista, poiché nell’Italia fascista, gli ebrei (circa 47 mila, su una popolazione italiana totale di oltre 41 milioni di abitanti) vivevano integrati con il resto della popolazione. Va notato che la comunità ebraica italiana, in particolare quella di Roma, era la più antica comunità ebraica d’Europa.
Nei primi mesi del 1938, in Italia, ci fu una violenta campagna antisemita che portò il regime fascista a promulgare, il 5 settembre, le “leggi razziali”, una serie di provvedimenti legislativi e amministrativi rivolti contro gli ebrei, con cui essi vennero espulsi dalle forze armate, dalle industrie, dall’insegnamento, dalle scuole, dai commerci, dalle professioni, dagli enti pubblici, dalla vita sociale e politica.
Di anno in anno, le misure contro gli ebrei diventarono sempre più dure, fino a quando gli ebrei italiani furono portati nei campi di concentramento e di sterminio.
Un celebre testimone di quanto accaduto è Primo Levi, un partigiano antifascista di origine ebraica. Il suo romanzo più famoso, considerato un classico della letteratura mondiale, è “Se questo è un uomo”, che racconta le sue terribili esperienze nel campo di sterminio nazista di Auschwitz, talmente atroci da affermare..” Considerate se questo è un uomo che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore per un sì o per un no…”
Queste leggi, che avevano portato a discriminazioni e a moltissimi morti, furono abrogate solo tra il 1944 e il 1947, quando furono adottate ben ventidue leggi finalizzate alla cancellazione della normativa razzista ed il primo provvedimento fu quello adottato dal governo Badoglio con il regio decreto-legge n. 25 “Disposizioni per la reintegrazione nei diritti civili e politici dei cittadini italiani e stranieri già dichiarati di razza ebraica o considerati di razza ebraica”.
Al giorno d’oggi, sembra rivivere, per quel che concerne alcuni aspetti, ciò che è accaduto negli anni del fascismo. Tanto che anche le leggi anti-immigrati hanno dei contenuti discriminatori e repressivi. Ma a differenza di quel tempo, come studiato dalle Scienze Umane, adesso varie istituzioni promuovono un’educazione di tipo inclusivo, con lo scopo di imparare a vivere in un mondo sempre più interconnesso. Infatti attualmente le diversità vengono valorizzate con lo scopo di arricchire la propria cultura, mentre in passato vi erano vere e proprie discriminazioni verso l’altro.
Erica Monticelli 5AU Liceo Bianchi Dottula - Bari