La Reliquia della Sacra Spina è custodita nella Cattedrale della nostra città, dove il Presidente del Capitolo della Cattedrale e Cerimoniere del Vescovo Don Gianni Agresti ci ha accolti calorosamente per un racconto guidato e illuminante sull’evento religioso. Prima di raccontarci del "segno", che ha portato la Reliquia a diventare oggetto di trasformazione il 25 marzo del 2005, in coincidenza con il Venerdì Santo, ci spiega che la “Sacra Spina” è una delle spine contenuta nella corona che fu posta sul capo di Gesù. Fu una delle reliquie raccolte da re Luigi IX, a fine XI secoloin Francia, nella grande cappella che racchiudeva un po’ tutte le reliquie della Passione, tra cui la Corona di Spine. Una di queste spine fu donata ai discendenti della casa reale dei d’Angiò e Beatrice, figlia di Carlo II, quando sposò Bertrando del Balzo nel 1308, duca di Andria, la donò volentieri alla città, come segno di riconoscenza e gratitudine per l’accoglienza ricevuta. Don Gianni ci tiene a precisare che conviene definirlo un “segno” più che miracolo, in genere attribuito a quello che Gesù ha compiuto nei vangeli, mentre il segno diventa un riferimento a colui che questo segno vuole indicare. Quando il 25 marzo, solennità dell’Annunciazione del Signore e il Verbo di Dio si fa carne nel grembo di Maria, è coinciso con il Venerdì Santo, giorno della morte di Nostro Signore Gesù Cristo, quindi giorno in cui si racchiudono i due apici della vita di Gesù, la reliquia della Sacra Spina ha sempre mostrato delle trasformazioni. Era il 25 marzo 2005, la prima volta con documentazione filmata e fotografica, dopo quasi settant’anni dall’ultimo dei segni, i cui verbali sono custoditi nell’ Archivio diocesano dal 1600 , quando intorno alle 19:30 dalla punta della Spina, leggermente scheggiata, iniziava a fuoriuscire un rigonfiamento di colore rosso molto vivo, ingrossandosi sempre di più …quasi volesse tracimare e fuoriuscire dalla punta. Questo è avvenuto circa quattro volte, a intervallo l’uno dall’altro, poi c’è stata una trasformazione completa della superficie della Spina, che è diventata di seguito rugosa, granulosa con delle escrescenze sferiche di colore biancastro e delle piccole cavità, fino a mutarne completamente il colore dell’apice diventata infine color cenere.
Una commissione medico-scientifica, nominata per osservare e documentare l’ evento, accertò che qualcosa di straordinario era avvenuto. Emozionato e allietato dal ricordo, Don Gianni ha sottolineato che da uomo di Fede è rimasto colpito, ma soprattutto arricchito, dall’ esperienza vissuta in prima persona. Ha invitato così tutti noi , credenti o scettici, a non concentrare l’attenzione sull’attesa del “prodigio”, poiché nulla è certo, ma a considerarlo come un elemento in più per una ricchezza personale, a non chiudere completamente il discorso della Fede ma a lasciarlo sempre aperto . . . in attesa e al di là di quello che il prossimo 25 marzo 2016 potrà manifestarsi.
Luzzi Michele e Ruta Sara, 1AL LES "ETTORE CARAFA"