IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Affascinante e geniale stratega ed oratore, Alcibiade è una delle figure politiche più controverse mai conosciute ad Atene. Figlio di Clinia, che si dice sia discendente di Aiace, e di Dinomaca, appartenente alla famiglia degli Alcmeonidi, è cresciuto con Pericle, che oltre ad essere suo zio è stato uno dei più grandi statisti Ateniesi. Oggi è qui con noi per rispondere alle nostre domande!
Affascinante e geniale stratega ed oratore, Alcibiade è una delle figure politiche più controverse mai conosciute ad Atene. Figlio di Clinia, che si dice sia discendente di Aiace, e di Dinomaca, appartenente alla famiglia degli Alcmeonidi, è cresciuto con Pericle, che oltre ad essere suo zio è stato uno dei più grandi statisti Ateniesi. Oggi è qui con noi per rispondere alle nostre domande!
Crescere con Pericle l’ha aiutata per quella che sarebbe stata poi la sua straordinaria carriera politica?
Io tendo a dare il merito dei miei successi esclusivamente a me stesso. Certo, con mio zio ho avuto modo di conoscere i segreti della politica, un’arte a dir poco complessa, così come Socrate mi ha insegnato i misteri della filosofia. Ma se io fossi stato un’altra persona, con gli stessi maestri… non credo che avrei fatto ciò che ho fatto.
Parlando di Socrate… che tipo di rapporto aveva con lui?
Socrate era il miglior maestro che potessi avere. L’ho amato come pochi altri ho amato in vita mia. Lui era l’unico che riusciva a desiderare non solo il mio aspetto fisico, ma anche la grande virtù che, a suo parere, era nascosta dentro di me. Egli, infatti, ha sempre cercato di trarre da me tutto il bene che avevo. Provava un grande affetto per me, molto probabilmente perché ero il suo amante preferito. Mi trattava con molta gentilezza e una volta ha anche rischiato la pelle per me. Eravamo entrambi sul campo della battaglia di Potidea. Io, dopo aver combattuto con onore, fui purtroppo colpito, e mi accasciai a terra, ferito. Socrate però mi si parò davanti, proteggendomi con lo scudo e continuando a battersi valorosamente.
Come mai ha deciso di condurre un’azione tanto rischiosa verso la Sicilia? E perché è scappato lasciando il comando a Nicia e Lamaco?
Un succedersi di nefasti avvenimenti ha totalmente compromesso la missione che avevo a lungo programmato. Io miravo alla conquista di Siracusa. Sapete, era alleata con gli Spartani, ed eravamo in piena guerra contro il Peloponneso. Inoltre non vi nascondo che, conquistando la Sicilia, sarebbe stato semplice poi partire alla conquista di Cartagine, della Libia e della penisola italica. Il potere di Atene si sarebbe esteso in tutto l’Occidente, ma il Fato non l’ha voluto: poco prima di partire, infatti, ero stato ingiustamente accusato di aver evirato alcune statue e parodiato i Misteri eleusini… Il mio processo venne rimandato, affinché io potessi partire, ma le accuse si aggravarono e vennero a cercarmi direttamente in Sicilia. Mi volevano morto, perciò io… mi rifugiai ad Argo, ed infine, per far capire agli Ateniesi cosa avevano compiuto, andai a Sparta, come consigliere di guerra. Atene ne soffrì molto, purtroppo, ma non quanto soffrii io per l’oltraggio infertomi dalla mia stessa patria!
Non deve essere stato facile aiutare Sparta a sconfiggere pian piano Atene. Alla fine ha deciso di abbandonare i Lacedemoni perché preso dai rimorsi?
Un bravo generale non si fa mai prendere dai rimorsi. Alla fine sono scappato perchè ho avuto alcuni contrasti con il re Agide… Quando sua moglie ha partorito un figlio mio, ha iniziato a non avermi più in simpatia. Perciò, onde evitare inutili rischi, mi sono trasferito alla corte di Tissaferne, satrapo di Lidia e Caria, e da lì potei nuovamente aiutare la mia patria. Ero molto simpatico al satrapo, adorava la mia capacità di adattarmi ad ogni situazione, come un camaleonte. A parer mio, è questo il segreto per essere sempre il migliore, ovunque.
A proposito di “essere sempre il migliore”… è vero che una volta ha vinto il primo, il secondo e il quarto posto alle Olimpiadi?
Assolutamente vero. Ho partecipato con sette carri, e ho ottenuto una vittoria mai vista in Elide prima di allora!
Quindi, lei è stato un grande soldato, un grande e stratega e anche un grande atleta… ma è noto che lei sia anche un grande amante.
Non è un segreto che in molti mi reputino l’uomo più bello dell’Ellade… uomini e donne cascano ai miei piedi. Mi ricordo, ad esempio, di un tale, Anito, che era follemente innamorato di me. Questi mi invitò ad un banchetto da lui organizzato, ma io non avevo voglia di parteciparvi. Poi però, dopo aver esagerato un po’ troppo col vino insieme ad alcuni miei amici, decisi di presentarmi lo stesso. E dai pochi ricordi confusi che ho, rammento di aver visto, dall’uscio, alcune coppe d’oro e d'argento, e di aver ordinato ai miei servi di prendermene qualcuna… come ricordo! Ma Anito era proprio innamorato perso, e reputò il mio un atto di gentilezza perché, invece che portarmi via il servizio intero, ne avevo preso solo metà! Ricordo anche di un meteco, uno straniero che viveva ad Atene, che per farmi piacere vendette il poco che aveva per donarlo a me. Mi piacque tanto quel ragazzo, al punto che gli restituii i soldi e lo aiutai a guadagnare un talento, partecipando ad un’asta per l’appalto delle tasse e garantendo per lui. E poi c’è stata mia moglie, Ipparete… Adesso è morta, ma non mi è mai stata infedele, anche se stava per presentare all’arconte la richiesta di divorzio… per fortuna riuscii a fermarla in tempo e a riportarla a casa.
Per concludere… il suo difetto di pronuncia, che la porta ad usare la l invece che la r, le ha mai dato problemi nel corso della sua carriera politica, in cui parlare è fondamentale?
A dir il vero no. Anzi, molti lo considerano parte integrante del mio fascino. E poi, nell’oratoria non importa pronunciare bene le parole, ma dire le parole giuste: per ogni discorso, io imparo a memoria delle parole specifiche in grado di dare un maggior impatto su chi mi sta ascoltando; e se ne dimentico una, non vado avanti finché non mi sovviene. Ed ha quasi sempre funzionato. Certo, se mai doveste parlare con uno qualsiasi dei miei avversari, vi dirà che la mia pronuncia blesa e le mie movenze effeminate fanno di me ciò che sono… Ma io vado fiero di ciò che sono, perché, al contrario di costoro, io ho ottenuto grandi successi, in tutta la Grecia e fuori.
Martina Chantal Lattanzio, V AU Liceo Bianchi Dottula - Bari

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