Franco: Sono Francesco.
Michela (intervistatrice): Da quanto tempo lavori in questa scuola?
F: Dieci anni.
M: Ti trovi bene?
F: All'80%.
M: Che facevi prima di lavorare qui? Qual è stato il tuo percorso lavorativo?
F: Ero un macellaio.
M: Ti piace stare a contatto con gli studenti?
F: Certo.
M: Dicci qualcosa di te.
F: Di me? Voi studenti mi avete conosciuto, fate voi un sondaggio su come sono io. Io sento di essere affabile, prima di tutto, d'altro canto sono buono ma divento cattivo quando vedo che le cose non vanno nel verso giusto.
M: Come è stata la tua infanzia?
F: Un po' travagliata.
M: Com'eri a scuola?
F: Tempo che fu, non si pensava alla scuola, che oggi come oggi è una cosa che potrebbe servire. Comunque non mi sono pentito della mia scelta, ai miei tempi si pensava di più al lavoro per aiutare la famiglia.
M: Qual era il tuo sogno da bambino?
F: Sogni non ne avevo, però mi piace pensare che sia arrivato fin qui con la mia dignità di uomo.
M: Ma c'era qualcosa che ti sarebbe piaciuto fare da grande? Oggi come oggi i bambini sognano di essere calciatori, astronauti...
F: Ai miei tempi non ci si pensava. Quest'anno compio sessant'anni. Quando ero ragazzo ci si dedicava alla casa e alla famiglia perchè i figli erano tanti, e andavano mantenuti. Certo, io mi divertivo, si giocava a calcio, ma non ho mai pensato al domani.
M: C'è una frase o un detto che ti piace utilizzare spesso, o di cui ti piace il significato?
F: Una persona, se deve dire qualcosa, dovrebbe farlo "frontalmente", perchè spettegolare alle spalle non ha senso e non produce nulla. Non è neanche giusto "parlarne da dietro". E bisogna farlo subito. Così si rimane più amici di prima...a me piace così.
M: Quali consigli daresti ai ragazzi con cui entri in contatto?
F: Un solo consiglio: cercate di andare tutti bene, e un in bocca al lupo per il futuro. Alla fine io non sto con voi in classe, vi conosco per quando siete fuori in corridoio; vi consiglio di applicarvi per ottenere qualcosa in più nel momento in cui uscirete da qui.