Prof. Loredana Verrone: Sono una docente di Italiano e Storia nel Liceo Economico Sociale.
Michela (intervistatrice): Nota delle differenze sostanziali negli alunni dai suoi primi anni di insegnamento ad oggi?
L: Mh, sì. Sono molto più distratti, sissignore. E la lettura non è più tra i principali modi per occupare il tempo libero. Ci sono altri sistemi, che in genere non portano alla riflessione.
M: Se oggi fosse una studentessa, intraprenderebbe lo stesso percorso di studi?
L: Il mio sì, ho fatto il liceo classico e mi piace la letteratura, perchè lo studio deve servire a sviluppare lo spirito critico, studiando più civiltà di tradizioni diverse, vedendo quali sono poi le origini della nostra storia, e tutto questo porta a riflettere e a capire meglio il mondo contemporaneo.
M: Se avesse avuto la possibilità di scegliere un altro lavoro o percorso in alternativa all'insegnamento, quale avrebbe scelto?
L: Mi sarebbe sicuramente piaciuto lavorare in biblioteca, per avere tutto il tempo possibile per leggere. Ogni libro è una scoperta. Poi ci sono libri...cioè, uno può anche leggere la storia delle conchiglie, la storia della fotografia, nei libri c'è tutto.
M: Secondo lei c'e qualcosa da migliorare nella scuola?
L: Diciamo di sì, sicuramente le strutture e gli ambienti, il modo...ma qui mi dilungherei. Come nel sistema universitario, nel senso che ogni docente dovrebbe avere la sua stanza e dovrebbero spostarsi gli alunni di modo da seguire i vari corsi, così i docenti potrebbero incontrare alunni e genitori più agevolmente, avere i propri libri, organizzarsi meglio, sostanzialmente.
M: In cosa si differenziano secondo lei gli insegnanti di oggi da quelli che l'hanno istruita?
L: Quelli di oggi hanno un diverso approccio con i ragazzi, e cercano di diversificare le lezioni in vari modi e sistemi, cercano di attirare l'attenzione dei ragazzi, anche perchè -come dicevo prima-, sono un po' più distrattelli.
M: Quali sono i capisaldi del suo insegnamento?
L: Beh, io cerco di instaurare un buon rapporto con gli alunni e di incuriosirli, perchè se si affronta con pregiudizio e noia qualunque argomento, anche il più interessante, può diventare noioso, mentre se si stimola la curiosità tutto può diventare una scoperta.
M: Oltre la sua materia di competenza, quali lezioni di vita o insegnamenti spera di trasmettere ai suoi alunni, e quali consigli si sente di dare loro?
L: Di essere sempre se stessi, e soprattutto di essere onesti intellettualmente. Uno può avere delle idee diverse, ma deve avere il coraggio di esprimerle, chiaramente con correttezza, semplicità e nel rispetto di quelle altrui, senza prevaricare.
M: Secondo lei, qual è il peggior problema che affligge le nuove generazioni?
L: L'isolamento, fidarsi troppo degli strumenti tecnologici, privilegiando un dialogo quasi totalmente virtuale, dimenticando il rapporto vero, umano, con gli altri... le relazioni concrete.
M: I suoi alunni ci chiedono di scoprire qualcosa in più su di lei, le va di raccontarci qualche aneddoto o storia sulla sua vita?
L: Siccome a me piace scoprire e studiare tante cose, mi piace anche cantare e prima frequentavo un corso di danze storiche, mentre ora uno sulle danze popolari.
M: E' soddisfatta del suo lavoro?
L: Diciamo che diventa sempre più faticoso, e ci sono sempre più carte da compilare. L'aspetto burocratico, insomma.
M: In passato ha mai provato sentimenti di odio o rancore nei confronti di un suo professore?
L: No, di odio e rabbia no... Solo una volta, in un periodo in cui avevo una scrittura minuta, il mio professore mi mise due perchè non l'aveva neanche letto. Ma dalla volta successiva..!
M: Cosa premia dei suoi alunni?
L: La voglia di imparare e di migliorare, ci dev'essere il desiderio di andare avanti e di superare gli ostacoli senza adagiarsi sugli allori. Questo non mi piace.