Il 31 Maggio 2016, presso l'aula magna del Liceo Pietro Siciliani di Lecce, sono stati ospitati due campioni di pallavolo, Valeria Caracuta, palleggiatrice in un club del Campionato Francese, e Daniele De Pandis, giocatore nel ruolo di libero nella Pallavolo Molfetta. Entrambi sono nati e formati sportivamente nel Salento. Talento, determinazione e carattere sono i valori che hanno testimoniato i due campioni a tutti i ragazzi presenti all'incontro e hanno dimostrato di essere degli ottimi giocatori.
-Vi sono mai capitati momenti buii durante i quali avreste voluto lasciare tutto? Cosa vi ha spinto ad andare avanti?
V: sinceramente, a me è capitato ogni anno, soprattutto in Serie A. A volte durante la carriera diventa difficile gestire mentalmente tanti impegni, ma poi ricordo tutti i sacrifici che ho fatto, la mia voglia di dare il massimo e il sostegno della mia famiglia.
D: già a 16 anni, quando giocavo nella Pallavolo Squinzano, la mia voglia di andare avanti mi ha spinto a credere in questo sport e a superare tutti gli ostacoli.
-Quando la pallavolo è diventata per voi una passione?
V: i miei genitori sono sempre stati molto vicini alla pallavolo: mio padre era allenatore e mia madre giocava. Ero sempre in palestra ed è stato molto naturale appassionarmi.
D: in III superiore ho iniziato ad avvicinarmi alla pallavolo. Prima praticavo basket, ma con il mio migliore amico abbiamo iniziato a praticare la pallavolo. Ci è piaciuto e abbiamo continuato.
-Come vedete la competizione sia nella vostre che con le altre squadre?
V: la pallavolo è uno sport dove nessuno può giocare solo e se ciò avviene non è una squadra che può andare avanti. Mi sono ritrovata anche io in una situazione in cui tra compagne di squadra non si va d'accordo, ma alla fine si riesce sempre a superare ogni difficoltà. La competizione si ha soprattutto durante gli allenamenti e avviene perchè ognuno cerca di migliorarsi. Con le altre squadre è inevitabile che si voglia fare di più per puntare a vincere, però mai in senso negativo.
D: quando c'è sintonia fra la suadra e l'allenatore si possono ottenere dei buoni risultati.
-Quali sono stati i momenti più emozionanti per la vostra carriera?
V: sicuramente la vittoria del primo Scudetto con Busto Arsizio, tutta la carriera della Coppa Italia, Supercoppa e Coppa CEV.
D: l'esordio in Nazionale, i due anni nel Cuneo dove mi sono espresso sportivamente meglio e soprattutto giocare con la squadra che rappresenta la mia regione.
-Siete condizionati dai commenti negativi dei tifosi?
D: non mi toccano più di tanto.
V: durante le prime partite capita che ti fai condizionare dall'esterno, ma una volta inizato a giocare non puoi pensare ai tifosi, ma solo a quello che succede in campo. Le prime volte sui giornali, quando ti ritrovi "pagella voto: 5", ci rimani un po' male, ma poi pian piano inizi a non pensarci più perchè capisci che ognuno può avere la propria opinione, l'importante è che dai il massimo di te stesso.
-Quali sono i vostri progetti personali e professionali per il futuro?
V: tempo fa uno dei miei sogni era quello di indossare la maglia azzurra, ora che l'ho realizzato vorrei puntare alle Olimpiadi.
D: fra 23 giorni ci sarà il mio matrimonio, e quello sicuramente sarà il primo obiettivo. Ho rinnovato il mio contratto con il Molfetta e spero di arrivare a 40 anni a giocare ancora qui, ma soprattutto spero di diventare papà al più presto.
Arianna Caracciolo, I AS Liceo "Pietro Siciliani" di Lecce