Nel 2011 ha intrapreso la carriera da solista, elaborando il brano “Salviamoci”, con cui ha provato a partecipare al Festival di Sanremo 2012. Nel 2013 ha collaborato con il rapper Walino e ha dato vita al gruppo musicale “Barismoothsquad” ma, oltre all’attività musicale, ha svolto l’attività di facchinaggio ed è diventato attore, infatti nel 2015 ha partecipato in veste di protagonista al film “Priso-Dove chi entra urla”, diretto da Fabrizio Pastore. In questo stesso anno ha anche partecipato a X Factor, conquistando la vittoria con “Il rimpianto di te”. Giovanni è stato alunno presso il liceo G. Bianchi Dottula di Bari e si è maturato nel 2008. Come ex alunno della nostra stessa scuola si è prestato gentilmente alla nostra intervista lo scorso 2 dicembre.
Com’è stata l’esperienza ad X-Factor? Sei stato catapultato in un mondo diverso dal tuo?
Ho cercato di dare un taglio distintivo alla mia vita, di scombussolare la mia ordinaria quotidianità. Ho preso questa decisione insieme alla mia band, promettendomi -e ci sono riuscito- di non abbandonare le mie tradizioni. Ho cercato di essere coerente con me stesso e non ho assolutamente eliminato il percorso fatto insieme a loro. Non sono il tipo che getta via il vecchio per il nuovo
Quanti “non sei abbastanza” e “non ce la farai mai!” hai collezionato?
Diversi, a dire il vero. Molti. Anche quando non me lo dicevano palesemente, era evidente nei loro occhi. Posso dire fieramente di essermi ripreso la mia rivincita. Ho avuto la fortuna di fare ciò che mi piace, cantare.
Ma Vevo, YouTube, X-Factor o altri talent sono importanti per avere pubblicità?
È relativa la pubblicità che ti offrono se non ci metti l’anima e tutto il tuo talento. È sicuramente un mezzo per ottenere un po’ più di notorietà, ma io la considero solo un’esperienza da aggiungere alla mia collezione. In queste occasioni devi, a mio avviso, mostrare un’arte bella, originale, ma soprattutto vera! È controproducente utilizzare questi strumenti come scorciatoie per ottenere successo. Inoltre, a me non piace nemmeno parlare di successo, poiché mi porterebbe ad allontanarmi da coloro a cui voglio bene. Lo scopo della mia musica, infatti, è proprio quello di rendere le persone unite, anche solo per qualche minuto
Prima di X-Factor ti sei dedicato alla recitazione in un cortometraggio. Poi hai anche collaborato con il rapper barese Walino. Recentemente, invece, ti sei accinto al doppiaggio in un cartone animato. Insomma, ti consideri un artista a tutto tondo? Ma soprattutto, quale concezione hai dell’arte?
Secondo me, l’arte è un sintomo di qualcosa che non funziona. Guarda un po’ il mondo di oggi: la crisi, non solo economica, ma anche spirituale, e l’oppressione del talento dei giovani: privano proprio questi ultimi di realizzare i propri sogni. Io cerco di usare la musica come mezzo per oppormi a questo fenomeno. Non a caso le forme artistiche più belle sono nate in periodi, un po’ come questo, più bui e difficili. Io tento, infatti, di essere un artista a 360°, dedicandomi, come sai, alle più diverse discipline e generi musicali.
Emanuele Servidio Erika Martiradonna VAU. Liceo Bianchi Dottula, Bari