“Qualsiasi cosa facciano le donne, devono farla due volte meglio degli uomini per essere apprezzate la metà. Per fortuna non è difficile ! ” È una notissima battuta attribuita a Charlotte Whitton, femminista canadese che divenne nel 1951 sindaco di Ottawa.
Da molti secoli le donne sono vittime di pregiudizi, il ruolo tradizionale femminile è sempre stato quello di occuparsi della famiglia, accudire i figli e gestire la casa. In qualsiasi luogo, vi è sempre una parte della società che valuta la capacità di una persona a partire dal fatto se sia donna o uomo. Infatti sul posto di lavoro, la donna deve dare di più per essere considerata pari all’uomo.
Perché questi pregiudizi contro le donne?
Biologicamente, il corpo femminile è differente da quello dell’uomo e ciò è all’origine delle varie discriminazioni, basate sulla differenza sessuale.
La maggior parte delle persone pensa che la donna sia debole, che non possa lavorare, né possa fare quello che fa l’uomo.
Siamo nel 2018, le donne hanno fatto la storia, si sono in parte emancipate e hanno potuto lasciare grandissimi segni nel corso del tempo. Hanno raggiunto importanti conquiste sociali, hanno sostenuto lotte politiche ed economiche. Prendiamo ad esempio: Anna Bolena, Elisabetta I d’Inghilterra, Marie Curie, Rosa Parks, Malala Yousafzai e tantissime altre donne che hanno combattuto, ciascuna a suo modo, contro i pregiudizi della società.
Purtroppo ancora oggi in alcuni Paesi sembra che il tempo non sia passato, nessuno pensa a ridistribuire il lavoro tra uomo e donna, a parità di merito e diritti. Infatti, la donna si ritrova sempre davanti a due scelte: o il lavoro o la famiglia. Per non essere giudicata, deve rinunciare a qualcosa e, dato che spesso per lei la famiglia è più importante di tutto, si trova costretta a rinunciare al lavoro e ai suoi sogni.
Svolgere un lavoro intellettuale è sempre stato per la donna molto difficile. E lo è ancora, specie se si tratta di assumere ruoli di responsabilità e prestigio, mete che per molte donne sono, non solo lontane, ma impossibili da raggiungere. I datori di lavoro, poi, preferiscono sempre le donne non sposate, valorizzano poco il loro lavoro e a volte, se sopraggiunge una gravidanza, le licenziano in modo illecito. Dato che assumendo una donna si creano “tutti questi problemi”, preferiscono assumere direttamente gli uomini.
Non riuscendo a inserirsi nel mondo del lavoro intellettuale, spesso le donne sono costrette a svolgere un lavoro meno adatto a loro, come andare a lavorare nei campi o in luoghi in cui subiscono discriminazioni, abusi e violenze.
Si, è vero, siamo arrivate al 2018 ma la violenza sulle donne è sempre attuale. Viviamo in una società che tuttora tollera una visione della donna come essere inferiore.
«Tutte le donne che hanno sopportato anni di abusi e aggressioni, perché loro – come mia madre – avevano figli da sfamare, fatture da pagare e sogni da realizzare. Così Oprah Winfrey, attrice e conduttrice televisiva statunitense, ha espresso sul palco dei Golden Globe la sua gratitudine alle tante donne sfruttate e maltrattate che, con il loro lavoro e il loro coraggio, hanno fatto e continuano a fare la storia quotidiana.
Per portare qualcosa a casa, le donne impiegate nell’agricoltura sono costrette a rivolgersi a così detti “caporali”, vale a dire gli intermediari tra le braccianti e l’azienda. Aiutando la donna a trovare il lavoro prendono una parte della loro paga.
Ci sono tantissime testimonianze, in cui le braccianti raccontano come vengono sfruttate e molestate dai padroni e dai caporali. Purtroppo, nessuno riesce a denunciarli per paura di perdere il posto di lavoro.
Tutte le donne devono rompere il muro del silenzio e devono denunciare gli abusi di cui sono vittime.
Ogni anno muoiono migliaia di donne, assassinate o maltrattate, soltanto perché sono “donne”.
Ecco in che società viviamo. E’ triste, ma è la terribile realtà. La realtà di fronte alla quale non si possono chiudere gli occhi.
Qualcuno deve fare qualcosa! Tutti noi dobbiamo lottare per l’uguaglianza reale tra i sessi, se vogliamo vivere in un mondo sereno. Tutti abbiamo la responsabilità di far fronte alla violenza che le donne sono costrette a subire! Dobbiamo evitare le sofferenze che patiscono.
Dite “NO” alla discriminazione e alla violenza sulle donne !
Salome Gelashvili 2C LES Liceo Bianchi Dottula - Bari