IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

Queste sono solo tre delle centinaia di frasi che ci sentiamo dire ogni santissimo giorno da quelle persone che si definiscono “adulte”, che poi in base a quale criterio le persone si definiscono “adulte”? sicuramente in base all’età e allora mi chiedo chi abbia preso questa decisione, non sarebbe meglio definire adulta una persona di sesso ed età sconosciuta ma che abbia un minimo di buon senso e che soprattutto prima di parlare conti fino a dieci? Personalmente sono stufo di sentire sempre le solite stupide opinioni verso i nostri confronti, noi siamo stupidi, disinformati, atei e ribelli, le persone parlano di noi ma non parlano con noi, siamo fatti di vestiti, musica “sbagliata” e bestemmie. E’ vero, forse indossiamo vestiti diversi dai vostri ma non tanto diversi da quelli che portavate voi alla nostra età, spesso facciamo cose che non dovremmo fare, ma diamine siamo ragazzi e questo è il nostro tempo, abbiamo voglia di sbagliare e imparare allo stesso tempo e di sentirci liberi. Veniamo presi in giro perché nella maggior parte di noi prevale il “sono ateo” o il “però non pratico”, veniamo accusati di farlo “per moda”, ovviamente questo succede perché non c’è abbastanza comunicazione fra queste due generazioni. Non abbiamo smesso di credere, abbiamo semplicemente delle menti più aperte, il mondo continua ad evolversi, cazzo! Non ve ne rendete conto? Basta con questi stereotipi e basta con queste etichette, come sarebbe mai possibile evolversi se bloccati dalle etichette? NOI CREDIAMO! Soltanto che ognuno di noi crede in qualcosa di diverso, che sia astratto o meno, crediamo nella vita, nelle giornate belle, gli amici, la famiglia, in tutti quei valori che fanno di noi delle persone, nella libertà d’espressione ecc. Sono veramente tante le cose in cui crediamo. Siamo diventati il riflesso di ciò che proiettate, siamo veramente noi l’anomalia? “Ad esempio [...] il padre impara a mettersi sullo stesso piano di un giovane e a temere i figli, e parimenti il figlio si sente sullo stesso piano del padre, non avendo nei riguardi dei suoi genitori nessun rispetto né timore; e tutto ciò in quanto vuol essere un uomo libero ...[...] . In un tale ambiente il maestro ha paura degli studenti e se li tiene buoni. Da parte loro gli scolari non tengono in nessun conto i maestri [...] i giovani si danno le arie da uomini maturi e han sempre da ridire a parole e a fatti. Gli uomini maturi, invece, vogliono portarsi a livello dei giovani e così fanno sfoggio di atteggiamenti spigliati e scherzosi, per imitarli e per non passare per scorbutici e autoritari. ”. La citazione è tolta dal libro VIII de "La Repubblica" di Platone, vissuto dal 428 al 347 prima di Cristo. Non c’è nulla di nuovo nella nostra generazione di giovani, noi questo l’abbiamo già capito da tempo, forse dovreste farlo anche voi, non sareste più tarantolati da inutili pensieri e magari risultereste anche più simpatici ai nostri occhi. “I Giovani D’Oggi” esistono da molti secoli, cambiano solo i mezzi con cui ci facciamo sentire, siamo figli della tecnologia! E voi non riuscite a stare al nostro passo, siamo l’alibi perfetto per la vostra crisi. Perché questo astio verso nei confronti dei giovani? Considerando che ogni cambiamento, ogni trasformazione parte proprio da noi, questa società tradizionalista che limita le nostre capacità e potenzialità, date pane alle nostre insicurezze e paure e poi vi lamentate quando diciamo di voler scappare dal nostro paese? Non abbiamo certezze sul nostro futuro perché chi dovrebbe curare la nostra terra pensa ai propri interessi. Come possiamo noi giovani sentirci rappresentati da qualcuno che con la scusa di fare i nostri interessi, pensa solamente ai suoi? Se faceste veramente i nostri interessi, non salireste su un podio a giudicare i nostri atteggiamenti e comportamenti, ma scendereste in piazza con noi a cercare di capire da cosa siano scaturiti questi atteggiamenti. Prima i sacrifici avevano uno scopo, prima non si mangiava per mettere da parte i soldi di un anticipo. Oggi non si mangia perché i soldi dei sacrifici non ci sono dati. Ci chiedete una formazione che conta titoli di laurea forti, e per “forti” s’intende “utili” e l’utile, per il nostro Paese, è ciò che fa guadagnare, non ciò che eleva lo spirito rendendoci persone migliori , uomini e donne che hanno la capacità di pensare. Anzi, meno riflettiamo, più siamo facili da muovere su quella scacchiera.

Matteo D'Agostino 4^A Economico- Sociale, Liceo E. Palumbo Brindisi

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