IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Riparte il futuro

                                     

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Le segnalazioni sono sempre più numerose: nel 2015 la sola Autorità nazionale anticorruzione (ANAC)  ne ha ricevuto 200, e così nel 2016. 

I cittadini che decidono di esporsi in prima persona, segnalando casi di corruzione e ruberie a danno della collettività credono nella legalità, ma nonostante questo non sono abbastanza protetti,  né ricevono riconoscimenti dalle istituzioni che essi difendono, anzi spesso subiscono ripicche e vendette. Così  moltissimi episodi di corruzione non vengono denunciati, perché chi ne è stato testimone ha paura per il proprio posto di lavoro o, alcune volte, per la sua stessa vita.

Nel 2013 nasce un’associazione denominata “Riparte il futuro” , guidata da un gruppo di giovani professionisti che vogliono creare qualcosa che non c’è: un’Italia senza corruzione, raccogliendo e sviluppando varie iniziative. Oggi i cittadini che aderiscono alle loro proposte sono circa 1.200.000. Fra le altre cose hanno presentato una petizione al Senato per la legge a difesa dei “whistleblower”. Essi sostengono che così come i testimoni di giustizia hanno contribuito a combattere le mafie, i whistleblower potrebbero frenare la corruzione.

La Camera ha approvato lo scorso 21 gennaio 2016 una proposta di legge sulla protezione dei whistleblower, ma è ancora ferma in Senato, eppure i casi di corruzione sono all’ordine del giorno.

Molte ricerche dimostrano che la corruzione ha gravi effetti sull’economia del Paese e genera ingiustizia sociale, soprattutto danneggia i più giovani: non a caso l’Italia ha un tasso di disoccupazione giovanile che sfiora il 40,1% contro il 18,6% dell’Eurozona (Eurostat, dicembre 2016).  

Se ci fosse più rispetto della legge, se ognuno contribuisse non solo al proprio vantaggio personale ma anche al “bene comune”, crescerebbe la speranza, anche se, come dice Nils Koebis, ricercatore olandese che studia il fenomeno anche a livello psicologico, “la corruzione non si può eliminare, ma la si può rendere sufficientemente piccola”. E questo sarebbe già tanto.

 

Benedetta Giuliani, 2^A LES - IMS “M. Immacolata S. Giovanni R.

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