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L’Italia va fuori dai Mondiali, il calcio italiano tocca il fondo. Ma in passato è già successo un’altra volta: nel 1958, con la storica eliminazione alla mancata partecipazione alla Coppa del Mondo in Svezia. Al posto degli azzurri il prossimo giugno ci sarà la Svezia che ha vinto grazie ad un gol fortunoso realizzato all'andata. A San Siro l'Italia non è andata oltre lo 0-0. Tante le occasioni create, zero le marcature. Adesso si apre la fase dei processi.
Di chi è la colpa?
Dinanzi ad una disfatta calcistica, infatti, le colpe vanno sempre equamente divise. l’Italia intera aveva già trovato il suo capro espiatorio. Il C.T. Ventura, che sicuramente qualche colpa avrà, non era però presente a Sud Africa 2010, dove è giusto ricordarlo, siamo usciti nel girone con Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia. Lo stesso C.T. non era neppure presente a Rio 2014, dove, sempre nei gironi, siamo usciti con Inghilterra, Uruguay e Costa Rica. Possiamo quindi affermare che qualche avvisaglia di una possibile non partecipazione ai Mondiali già c’era da tempo. Colpevoli, dunque, sono i club che non sanno più investire nei settori giovanili, la maggior parte delle nostre società è in ritardo rispetto ai club degli altri Paesi europei sotto questo e molti altri punti di vista. Ma colpevole è soprattutto una FIGC capace solo di lanciare confusi proclami e di spacciare il nostro per un calcio in salute e di alto livello qualitativo, vertici che non sono stati in grado di colmare gli enormi deficit strutturali ed economici, annaspando alla ricerca di inutili palliativi invece di realizzare progetti seri a lunga scadenza per riformare un settore in crisi.
Negli ultimi anni la FIGC ha concesso l’abilitazione ad allenatori poco competenti, più con l’intento di far cassa, che di formare una nuova generazione di tecnici. Possiamo ora discutere sulla mancanza di una vera linea guida, che supporti tutti gli allenatori che operano nei settori giovanili Italiani.
Il calcio italiano ha toccato il fondo, ma talvolta può essere utile per una scossa, per capire che il fondo non si può raschiare e, dunque, per ripartire da zero e gettare le basi per una vera rifondazione.
La mancata qualificazione ai mondiali di Russia 2018 non può che provocare una svalutazione del brand Italia, con effetti pesanti sul piano degli incassi da sponsor e tv che valgono attualmente circa 70 milioni. Nel dettaglio, gli introiti commerciali della Figc ammontano a 43 milioni su un fatturato totale di 174 milioni. Secondo la nostra esperienza calcistica, essendo ragazzi che praticano il calcio giovanile, a nostro parere, ci sono alcuni aspetti importanti e non considerati che hanno contribuito a tale fallimento come ad esempio: creare strutture sportive idonee alla crescita nonché alla formazione dei futuri calciatori; Scuole Calcio, che inculcano la necessità di vincere a tutti i costi anziché pensare alla formazione del giovane calciatore. “Conta solo vincere, perché chi perde è un fallito”; la cattiva gestione dei settori giovanili che prediligono investire in giovani calciatori stranieri piuttosto che valorizzare i nostri talenti che in passato hanno fatto la storia del calcio “made in Italy”.
Per noi italiani appassionati di calcio dopo l’eliminazione dai mondiali regnano ancora confusione e sconforto.
Ogni rifondazione richiede pazienza: meglio non perdere altro tempo.
Gianmarco Zingarelli, Giovanni Lomuscio - Liceo "Poerio" Foggia

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