Il cattivo stato di salute del pianeta è evidente: assistiamo continuamente a cambiamenti climatici improvvisi, uragani, terremoti, diffusione di malattie…
Ad esempio, negli ultimi anni, più che mai si sono verificati diversi uragani e terremoti: l’uragano Maria nel 2017, che ha devastato la Repubblica Dominicana, le Isole Vergini e Porto Rico e ha ucciso 3100 persone; il terremoto e lo tsunami di Sulawesi, che nel 2018 ha ucciso 4300 persone nella penisola di Minahasa, oppure il ciclone Idai, che nel 2019 ha colpito l’Africa, uccidendo 1300 persone.
Ogni persona, però, non deve limitarsi ad assistere a questi eventi, a guardarli e lasciarli passare: ognuno di noi dovrebbe pensare a come poter aiutare quel pianeta che in fin dei conti è la nostra vera casa, la più bella, la più grande, quella di cui ogni giorno dovremmo prenderci cura! Ma come?
La “Green Economy” potrebbe essere un inizio. Oggi se ne sente molto parlare; si tratta di un modello teorico di sviluppo economico che prende in esame sia la produzione, sia l’impatto che quest’ultima avrà sull’ambiente: tende, grazie ad investimenti pubblici e privati, a diminuire le emissioni di CO2, a conservare l’ecosistema e, quindi, a non danneggiare la biodiversità.
Basterebbe essere uniti e crederci, crederci fino in fondo, crederci fino a farcela, fino a migliorare questo mondo già abbastanza distrutto: è l’unico che abbiamo!
Alessia Abbaticchio, IV Ce LES, Liceo Bianchi Dottula - Bari