Lo scorso 27 febbraio, in occasione della prima udienza di Confindustria in Vaticano, Papa Francesco ha richiamato gli imprenditori, accusati di accettare favoritismi e compromessi, esortandoli a portare al centro dell’impresa stessa l’uomo con i suoi sogni, le sue speranze e le sue fatiche. “Siete chiamati a tutelare la professionalità e al tempo stesso a prestare attenzione alle condizioni in cui il lavoro si attua”. Numerose volte nei primi tre anni di pontificato, papa Francesco ha denunciato con forza il dramma della disoccupazione e ha puntato il dito contro il lavoro nero e le discriminazioni verso le donne sottolineando che dinanzi a tante barriere di ingiustizia, di solitudine, di sfiducia, il mondo del lavoro di cui siamo attori è chiamato a fare passi coraggiosi. Papa Francesco ha chiesto un’attenzione maggiore ai potenziali lavoratori, i giovani che, prigionieri della precarietà o di lunghi periodi di disoccupazione, non vengono interpellati da una richiesta di lavoro che dia loro non solo un onesto salario ma anche quella dignità di cui a volte si sentono privati. Il Papa chiede a Confindustria di prendersi cura di loro, insieme agli anziani e alle famiglie. Prima del pontefice, è stato il presidente Giorgio Squinzi a sottolineare i concetti cardine della presenza di Confindustria in Vaticano, ricordando che all'origine della crisi finanziaria che attraversiamo vi è una profonda crisi antropologica, in quanto al valore assoluto del mercato ha fatto riscontro la negazione del primato dell’essere umano. Squinzi afferma che in una società incerta, la fede è un elemento di straordinaria importanza e vitalità, punto di riferimento anche per chi non crede, proprio come avviene per l’impresa e l'iniziativa privata. L’invito di papa Bergoglio a Confindustria è a impostare il lavoro non sul genio solitario di un individuo, ma sulla collaborazione di molti. Egli afferma che il bene comune deve essere la bussola che orienta l’attività produttiva affinché cresca un’economia di tutti e per tutti che non sia insensibile allo sguardo dei bisognosi. "Non c’è libertà senza giustizia e non c’è giustizia senza il rispetto della dignità di ciascuno". Il Papa ha poi commentato lo slogan "fare insieme" scelto da Confindustria per l'incontro straordinario,sottolineando l’importanza dell’investire in progetti che coinvolgano persone che spesso vengono denigrate dalla società come gli anziani, che con le loro risorse riuscirebbero a fornire una collaborazione attiva. Un importante accenno a questo argomento lo fa la presidente dell’Eni,Emma Marcegaglia, che ha rivendicato l'impegno dell'azienda, in modo particolare in Africa, per accompagnare lo sviluppo del Paese e dare accesso all'energia, con molti interventi, investendo anche nelle scuole e in formazione. La Marcegaglia ha ringraziato il Santo Padre per questo incontro, evidenziando il suo importante insegnamento volto a incoraggiare e a proseguire come impresa responsabile che opera in un mercato competitivo dove non devono prevalere, come lei spesso ha richiamato, atteggiamenti individualisti di breve termine, ma una logica di lungo termine per il bene comune.
Alessia Stridi, Eleonora Pacifico e Celeste Lo mele