Parte della nostra vita e della nostra società è sempre più piena di notizie economiche: oggi ascoltiamo quotidianamente aggiornamenti sulla situazione finanziaria, convinti che intuire o capire espressioni come “spread” o “giorno di risposta premi” possa non solo aiutarci a capire, ma anche a risolvere i problemi e le difficoltà delle scelte per il futuro, come il superamento della crisi attuale, la più lunga dopo quella del 1929.
Siamo convinti che l’andamento borsistico, soprattutto azionario, debba rispecchiare l’andamento dell’economia reale: se un’azienda produce e vende, le sue azioni salgono e viceversa.
Eppure è innegabile che oggi il mercato finanziario telematico agevoli sicuramente la creazione delle bolle speculative.
Una bolla speculativa è un evento che comporta, in poche parole, un rialzo fittizio dei prezzi di determinati beni, che può accadere anche nel mercato immobiliare, causando un rialzo dei prezzi che rende i beni inaccessibili, anche se, in realtà, più essi salgono più i compratori li richiedono.
Quando i prezzi aumentano esponenzialmente la bolla “scoppia”, cioè vi è un arresto violento della compra-vendita di beni.
E’ innegabile che la crisi odierna deriva dalla prima bolla speculativa del 2004 in cui, in un contesto di bassi tassi di interesse, i titoli cartolarizzati sono stati sottoscritti da molti investitori sia negli USA sia in Europa. Tale circostanza ha creato i presupposti per la trasmissione della crisi dall'economia statunitense alle economie europee.
A partire dal 2007 le istituzioni finanziarie più coinvolte nell'erogazione dei mutui subprime registrarono le prime pesanti perdite e per tutto il 2008 si susseguirono vari declassamenti delle banche da parte delle agenzie di rating.
Dalla crisi di fiducia si sviluppò, dunque, una crisi di liquidità e le banche subirono pesanti perdite non solo per l'esposizione verso le società, ma anche per le esposizioni verso i soggetti colpiti dalla crisi, tra cui le industrie.
Tali circostanze condussero alcuni tra i maggiori istituti di credito statunitensi verso il fallimento, evitato grazie all'intervento del Tesoro di concerto con la FED.
La crisi finanziaria si trasmise all'economia reale. In breve tempo, la crisi dei mutui subprime si trasferì all'economia reale statunitense ed europea, provocando una caduta di reddito e di occupazione. A tale caduta concorsero la restrizione del credito bancario a famiglie e imprese, il crollo dei mercati azionari e dei prezzi delle abitazioni (il cosiddetto effetto ricchezza) e il progressivo deterioramento delle aspettative di famiglie e imprese, conconseguenti ripercussioni su consumi einvestimenti.
Tutto ciò non può che portarci ad una conclusione: la ricchezza reale, il PIL, rimane strettamente legata al mondo finanziario dal momento che le banche, intermediari del credito, sempre più oggi non hanno solo lo scopo di agevolare la produzione aziendale delle grandi aziende e delle PMI con la concessione di crediti, ma preferiscono collocare la loro liquidità in borsa .
La stretta interdipendenza tra il mercato finanziario e quello reale non permette più un’analisi serena delle condizioni economiche di un Paese. L’andamento del mercato finanziario rispecchia sicuramente la condizione sociale del Paese, se intendiamo con ciò l’estrema dissociazione di un mercato finanziario fluttuante che risente di ogni evento, anche non connesso con l’economia, pur di effettuare una ulteriore speculazione.
E’ necessario tornare alla supremazia del mercato reale, ma ciò può avvenire solo con un accordo globale che riduca lo strapotere del mercato finanziario con nuove regole: un nuovo accordo di Bretton Woods.
5 A Liceo "Giordani", Monte Sant'Angelo
3^ classificata ex-aequo al concorso indetto per la Giornata del risparmio 2016
L'andamento del mercato finanziario e la condizione economica del paese
- Dettagli
- Inserito da Pasquina Armillotta
- Visite: 581