IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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E’ stata una lezione innovativa, diversa dal normale, che ha messo al centro l’interazione attiva tra studenti e professore. Questo infatti è stato uno dei primi argomenti di cui ha parlato Stefano Iorio. L’Italia è ancora troppo legata ai paradigmi vecchi che ormai non sono più validi e per quanto sia difficile staccarsi dalle abitudini ed accettare il cambiamento, nel XXI secolo è assolutamente inevitabile. Per trovare un impiego oggi, non serve più solo andare all’università, piuttosto bisogna innanzitutto proiettarci nel futuro, aprirci all’innovazione, usare in modo utile tutte le tecnologie che oggi ci sono. Il passato ha gettato le basi per ciò che è il mondo oggi ma sostanzialmente non serve più. Sapere molto su civiltà antiche non ci aiuterà a trovare lavoro. Attualmente i titoli, le qualifiche e le certificazioni hanno perso di valore lasciando il posto alle competenze nei vari settori. L’Italia purtroppo rimane ancora indietro rispetto allo sviluppo e all’avanzamento del resto del mondo a causa di un sistema scolastico ancora troppo accademico e schematizzato che si sofferma più nel dare nozioni che nell’insegnare per apprendere e per ottenere competenze.  Noi italiani siamo sempre un passo indietro in tutti i vari settori, ed è per questo che i giovani di oggi sono fondamentali per il futuro di domani. Bisogna cambiare metodo, bisogna innovare, bisogna capovolgere tutti gli schemi ai quali le nostre istituzioni scolastiche sono abituate, perché non producono più menti. Se dunque lo Stato investe nella scuola per ricavarne profitto, cosa potrà mai ricavare se il sistema non funziona? Altra falla nel sistema scolastico italiano è la mancata informazione. I ragazzi prossimi al diploma sono ancora all’oscuro di tutte le possibilità lavorative che ci sono lì fuori. Alcuni credono che le uniche facoltà esistenti siano medicina e giurisprudenza, altri ancora non comprendono concretamente l’utilità dell’università. Come si può dunque scegliere se non si sa cosa si sta scegliendo? O ancora, a cosa mi servirà studiare se non so perché lo sto facendo? Perché la scuola non si occupa come dovrebbe dell’orientamento per i giovani? Il professor Iorio spiega infatti che le nostre scuole seguono ancora un modello nato nell’ Illuminismo che tende a emarginare tutti coloro che non seguono appunto questo modello accademico. Oggi infatti gli studenti hanno un ruolo completamente contrario a ciò che la scuola vorrebbe, non per scelta ma come conseguenza al modello d’approccio sbagliato che ancora si segue e che si impone agli studenti. Infatti l’alunno riveste ancora un ruolo passivo nell’apprendimento e non è coinvolto come dovrebbe nell’acquisizione delle competenze. In conclusione,  come potrà un ragazzo,  con questo apprendimento alle spalle, trovare lavoro e rispondere in modo efficace al mercato? Bisogna quindi creare un nuovo modello educativo esercitando il pensiero divergente, che non può essere definito solo come creatività ma piuttosto come processo che genera idee.

Alcune nozioni e consigli, ci sono stati dati dal commercialista e consulente del lavoro Giuseppe Salvato. Il nostro ospite ha svolto la sua lezione il giorno 27 Ottobre, denominandola ‘’La miopia dello studente’’. Denuncia infatti quanto gli studenti odierni siano demoralizzati, e per questo hanno perso la volontà o anche la semplice curiosità di guardare in alto, di puntare a ciò che più è lontano. Ha presentato il suo libro ‘’Perché le aziende non crescono’’, nel quale infatti spiega attraverso sei punti cardine cosa è giusto e proficuo dire ad un giovane fresco di diploma:

  1. Il mondo cambia, l’economia anche e saper adattarsi a ciò che il mercato richiede è assolutamente necessario;

  2. ‘’la flessibilità è nella testa delle persone di successo, chi la definisce precarietà è destinato all’insuccesso’’;

  3. Avere le idee chiare sulla strada che si vuole intraprendere ed accettare la realtà del fallimento senza rimpianti, anzi con più motivazione nel secondo tentativo e così via…;

  4. Essere bravi a scuola non basta più. Bisogna acquisire competenze per il problem solving e per la gestione dell’ignoto;

  5. Le competenze richieste oggi:

  • Pensiero critico;

  • Creatività;

  • Disponibilità nei confronti dell’innovazione;

  • Comunicazione efficace;

  • Collaborazione e lavoro di gruppo;

Giuseppe Salvato spiega attraverso questi tre punti fondamentali come entrare nel mondo del lavoro:

  • Flessibilità: essere flessibili nello spostamento e nel cambiamento.

  • Velocità: una caratteristica fondamentale grazie alla quale si raggiunge l’obiettivo in modo determinato.

  • Affidabilità: dimostrarsi affidabile e concentrato nel lavoro che si deve svolgere.

Perché i ragazzi di oggi sono cosi scoraggiati? E’ paura del futuro o mancata volontà? Come possiamo cambiare questi atteggiamenti sbagliati?

A causa della ridotta offerta lavorativa che il mercato offre oggi, i giovani sono scoraggiati e poco speranzosi nel cercare di impegnarsi per riuscire al meglio nella vita perché credono che questo ‘riuscire nella vita’’ non esista più. Si tratta di un atteggiamento sbagliato che già in partenza chiude le porte a quello che potrebbe diventare il futuro lavoro di qualcuno. E la causa va ricercata  nelle abitudini che non vengono cambiate, che non vengono capovolte, che non vengono rinnovate. Questa rigidità che abbiamo nei confronti della vita ci porta quindi ad essere vincolati alle nostre abitudini  e a giustificarci dando la colpa al mercato, alla crisi e ai politici. Non è vero che si va avanti solo con le raccomandazioni, , non è vero che le scuole sono tutte uguali e non è vero che restare nell’azienda di famiglia renda  sicuro il nostro futuro. Più che la sicurezza, che è ovviamente necessaria, bisognerebbe avere una prospettiva di vita in base a ciò che a noi piace fare, in base a ciò che ci ispira, in base a ciò per cui abbiamo un talento. Che non trae più un beneficio prettamente economico ma incide molto anche sul livello di soddisfazione di una persona e sulla considerazione che essa  ha di se stessa e della propria vita.

                                                                                                                                       Benedetta Sponsillo IV B E (LES)

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