In pochi giorni Banca Etruria è fallita. La causa principale sembra sia stata l’insolvenza ovvero la difficoltà di far fronte ai pagamenti dovuti probabilmente perché ha svolto operazioni “spericolate” al punto tale da determinare crisi di liquidità e conseguente fallimento. Per salvare Banca Etruria, ma anche altre banche che si sono trovate in una situazione simile, il Governo ha attuato il Decreto salva-banche proponendo in Europa la nascita di “bad bank” da affiancare alle banche buone.
Nelle buone banche dovrebbero essere svolte normali attività come i depositi, i prestiti alle famiglie dotate di opportune garanzie. Nelle cattive banche invece i prestiti dovrebbero essere erogati a “persone sbagliate” che potrebbero non restituire il denaro. Quindi tutti i crediti in sofferenza dovrebbero essere gestiti dalle bad bank. Vedremo se questa proposta andrà in porto.
Ritornando però a considerare la crisi bancaria recente, voglio riflettere su un dato: a causa di queste “operazioni sbagliate” delle banche, soffrono e vengono svantaggiati i risparmiatori, o meglio gli investitori. Essi hanno fatto sacrifici per mettere da parte una somma di denaro e in pochissimo tempo hanno visto andare in fumo i risparmi di una vita. Gli investitori che hanno avuto la peggio sono coloro che hanno investito in azioni perché per esse si è verificata la svalutazione totale, ma hanno perso soprattutto coloro che hanno investito in obbligazioni derivate.
Tutto ciò sta spingendo gli investitori alla disperazione, per cui alcuni hanno reagito togliendosi addirittura la vita. Sicuramente questo fenomeno sta suscitando sentimenti di sfiducia nei confronti delle banche. Il fatto che nessuno assicuri a questi investitori la restituzione del denaro aumenta ancora più la diffidenza della gente verso gli istituti di credito.
Mancini Cinzia, IV B LES
Liceo S. Benedetto, Conversano (BA)