E più ci penso, più si innesca in me una sensibilità particolare, una sorta di rabbia sulla diversa condizione in cui vivono tanti esseri umani. Infatti una ragazza come me, nata in Brasile e residente da tanti anni in Italia, è particolarmente sensibile su questo tema. La lettura delle statistiche pubblicate recentemente ha attirato ancora di più la mia attenzione su alcuni dati riguardanti la distribuzione del reddito nazionale tra le famiglie. In particolare l’Oxfam,importante organizzazione di volontariato, ha confermato che l’1% della popolazione mondiale detiene il 99% della ricchezza mondiale, mentre il Censis nel suo rapporto 2015, ha precisato che il 5% delle famiglie italiane detiene il 30% della ricchezza nazionale. Mi chiedo perché ci siano attualmente differenze così grandi, perché mai esistano Paesi sviluppati e Paesi in difficoltà. E poi anche nella stessa nostra Nazione pochissimi sono veri e propri paperon de’ paperoni e tantissimi sono poveri. E’ una vera e propria” forbice” tra la ricchezza assoluta e la povertà assoluta,tra persone che vivono nel lusso più sfrenato e persone che vivono con meno di un dollaro al giorno. Ben otto milioni di esseri umani, infatti, non ha cibo sufficiente,un miliardo di esseri umani non dispone di acqua potabile,undici milioni di bambini muoiono per mancanza di medicinali e di cure mediche. Io penso che tutto questo sia ingiusto e intollerabile. Durante le lezioni di Economia politica sulla distribuzione del reddito nazionale,trattando la problematica dello sviluppo e del sottosviluppo, abbiamo analizzato con la nostra professoressa, le riflessioni di Joseph Stiglitz e di Amartya Sen ,due economisti straordinari. Il primo mi ha conquistato per le sue considerazioni sul prezzo delle disuguaglianze, il secondo per le sue idee di solidarietà dei Paesi ricchi nei confronti dei Paesi poveri. Per questa ragione condivido l’ iniziativa portata avanti dal mondo della cultura e della musica, in particolare da Jovanotti, U2, Cold Play per sensibilizzare gli Stati e gli esponenti del potere politico sul sentiero della cancellazione del debito dei paesi poveri, per aiutare questi Stati a riprendersi dalla condizione di difficoltà. Quei Paesi, infatti, non saranno mai in grado di restituire tutti i debiti contratti con il Fondo monetario e con gli altri Paesi creditori. Ma, senza andare troppo lontano, anche nel nostro Paese possiamo vedere le nuove povertà di chi è senza lavoro, di chi è costretto a vivere tra le mense e i dormitori della Caritas, di chi riesce a sopravvivere con il sostegno dei Servizi sociali comunali e di chi vive al contrario con indennità elevatissime. Credo che sia opportuno invertire la marcia, riequilibrare le situazioni. E’ normale che vi siano le differenze, ma non così macroscopiche ed estreme!
Trombetta Isabela 4 B LES “Liceo San Benedetto” - Conversano
S.O.S. Povertà
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- Inserito da Anna Lestingi
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