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Il presidente di Federlegno Arredo, Emanuele Orsini spiega "dopo quasi cinquant’anni di attesa l'Italia ha finalmente una nuova legge forestale che, riconoscendo il patrimonio boschivo nazionale, consentirà una maggiore tutela del territorio e la creazione di nuovi posti di lavoro" (AdnKronos 16/03/2018).
Il via libera definitivo è stato dato il 16 marzo dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni anche in qualità di Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ad interim, al Testo unico in materia di foreste e filiere forestali.
Si tratta dell'approvazione di due decreti legislativi che, introducono norme e leggi volte a:

  • disciplinare gli interventi finanziari a sostegno delle imprese agricole
  • al riordino della normativa in materia di foreste.

Il provvedimento mira a far fronte in maniera più efficace alle urgenti necessità di tutela e gestione attiva del territorio italiano.
“Non dimentichiamoci che l’Italia è il terzo importatore comunitario di legname con una quota dell’80% del fabbisogno annuo di materia prima - continua Orsini- per ogni ettaro di alberi tagliati crescono tre ettari di nuove piante".
Il Testo Unico Forestale - sottolinea Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette di Legambiente - riconosce il patrimonio forestale nazionale, che ammonta a circa 12 milioni di ettari, pari al 39% del territorio nazionale, e promuove la gestione forestale sostenibile del nostro patrimonio forestale, che garantisce una gestione del bosco che consente sia un suo utilizzo produttivo che il mantenimento della biodiversità.
Orsini ritiene che la legge forestale sia il frutto di un lungo lavoro di confronto istituzionale tra il governo e la Federlegno Arredo. La legge rappresenterebbe un primo passo per riattivare una filiera fondamentale per l’economia nazionale in un’ottica di circolarità e sostenibilità ambientale.
Dal Testo unico forestale emerge l’idea che i boschi hanno bisogno dell’uomo, e che senza questa gestione e in un certo senso “dell’abbandono”, le foreste e i boschi rischierebbero un decadimento, mentre come molti studiosi e scienziati affermano la natura ha grandi capacità di autorigenerazione e autoregolazione e, probabilmente, è l’uomo che ha bisogno del ‘verde’ e non viceversa.
Sara Gagliardi V^A IISS Alpi-Montale Rutigliano

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