Un saggio scientifico pubblicato sul “Journal of the American Medical Association” riferisce dati allarmanti in merito alle possibili conseguenze per la salute pubblica derivanti dalle politiche ambientali di Donald Trump. David Culter, un economista esperto in salute pubblica, e Francesca Pominici, biostatista, sostengono che le decisioni su temi ambientali prese dall’attuale amministrazione americana, potrebbero portare alla perdita di 80 mila vite umane in più in ogni decennio. I due precisano che si tratta di stime per difetto e che le politiche di Trump sulle emissioni di gas tossici prodotti dall’industria potrebbero causare problemi respiratori a circa un milione di persone in un decennio, soprattutto ai bambini. La decisione della Casa Bianca di revocare il “clean power plan”, varato nell’era Obama, che prevedeva di raggiungere, entro il 2030, un taglio del 32%, rispetto al 2005, delle emissioni degli impianti a carbone, potrebbero portare a 36 mila casi extra di infezioni respiratorie nello stesso arco di tempo. Abbassare i limiti dei vari Stati per le emissioni serra dei veicoli a motore causerà, dunque, un generale enorme rialzo delle morti. La rinuncia al “clean water act”, il provvedimento del 2015, che estendeva la protezione dell’integrità fisica, biologica e chimica ai corsi d’acqua a cui hanno accesso 130 milioni di persone, esporrebbe sempre più Americani a potenziali fonti di inquinamento e problemi derivanti da acqua non potabile. Il quadro è reso ancora più nefasto dalla rinuncia americana agli accordi sul clima di Parigi; la politica protezionista trumpiana ha colpito anche il settore dei pannelli fotovoltaici.
Marinella Milia V AU Liceo Bianchi Dottula - Bari
Le politiche ambientali di Trump e quegli 80 mila morti in più
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- Inserito da Natalia Diomede
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