"Alice ha 35 anni ed è madre di una bambina di 12 anni. É una ragazza madre analfabeta che nella vita ha subito abbandono, violenza e duro lavoro. Per mantenere la sua bambina ha accettato di lasciarla a gente estranea per lavorare in Nigeria e procurarle il necessario per la sopravvivenza. Da qualche anno, però, si è ammalata di cuore." Queste sono le parole scritte dalla presidentessa dell'associazione "Monica, un sorriso per l'Africa ", Rosa Russo, che ci racconta della situazione di Alice, una ragazza del Benin che il nostro istituito, "G. T. Giordani" di Monte Sant'Angelo, ha deciso di sostenere economicamente con una piccola donazione, ottenuta grazie alla vendita di lavoretti realizzati dagli insegnanti di sostegno con l'aiuto di tutti gli studenti e studentesse. Alice è stata un vero e proprio dono per noi, ci ha aiutati a crescere, ci ha aiutati a capire quante cose siamo soliti dare per scontato, quando in realtà di scontato non c'è davvero nulla. La sua storia ci ha permesso di riflettere su tante cose, in particolare sui nostri diritti, quei diritti a cui noi generalmente non diamo importanza. Il tema dei "diritti umani" lo abbiamo affrontato in una serie di dibattiti che si sono svolti durante la settimana della pausa didattica tenutasi nella prima settimana di febbraio ed è stato di fondamentale importanza per noi, perché oltre a spiegarci l'origine dei nostri diritti, ci ha portati alla conclusione che la chiave per aprire tutte le porte è l'empatia. Solo mettendoci nei panni degli altri riusciremo a capire l'importanza di ciò che ci circonda e a comprendere "l'altro", con i suoi punti di forza e le sue fragilità, in modo che sia più semplice rispettarlo e difenderlo. Tutto questo dovrebbe aiutarci a vedere Alice come una nostra sorella che ha bisogno di aiuto, a non farla sentire più sola, perché in una piccola parte del mondo c'è qualcuno che pensa a lei, e che farà di tutto affinché non subisca nuovamente violenza e non sia costretta a svolgere lavori troppo duri per le sue condizioni di salute e possa pensare con più ottimismo a sua figlia.
Antonia Giordano, Antonella Vecchi IV A