Quest’anno il “Donacibo” – questo il titolo dell’iniziativa caritativa – si è celebrato da lunedì 14 a sabato 20 marzo. «L’iniziativa vuole educare i giovani alla solidarietà, riflettendo su problemi quali povertà ed indigenza, promuovere il cambio di atteggiamento nei confronti dello spreco di cibo e soprattutto promuovere la cultura del “dono” riconoscendo che tutto ci è dato e che la vita stessa è un dono» si legge nella brochure degli organizzatori, nella quale poi si spiega anche il fine di tale iniziativa, ovvero quello di «condividere le necessità quotidiane per condividere il senso della vita».
«Non è un caso - ci spiega una insegnante del nostro Liceo che ha accompagnato in questa settimana noi alunni - che il gesto del dono di alimenti in sé è solo conseguenza di una riflessione più ampia che ha interessato i ragazzi, specialmente i volontari».Infatti, all’inizio di ogni giornata sono dedicati alcuni minuti alla lettura e riflessione di un piccolo testo, quest’anno sono state scelte in particolar modo le parole di papa Francesco e la testimonianza di un volontario,che puntano a darne il senso e non farlo scivolare in mera elemosina». Una modalità originale di fare in un’epoca «in cui tutto sembra dire il contrario». Ed è così che noi alunni, attraverso tale iniziativa iniziamo a chiederci a chi vada quel dono, quale volto ne abbia bisogno e così progressivamente la domanda assume contorni esistenziali: se lui attende il pacco di alimenti per poter andare avanti, noi cosa attendiamo nella nostra vita?
La settimana del "Dona Cibo"
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- Inserito da Eliona Lekli
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