Cento giorni agli esami di Stato. Fa paura pensarlo, scriverlo, viverlo. E' in questa giornata che in ciascun maturando fanno capolino un turbinio di sensazioni tra cui brividi, ansia e la consapevolezza di essere giunti davvero all'ultimo periodo di un percorso faticoso , ma bellissimo.
E' un giorno che, d'altronde, si carica di attese per il fatidico “pranzo dei cento giorni”, la festa che tutti gli studenti attendono con ansia dal primo anno, per poi giungervi spaventati e sorpresi da quanto in fretta sia passato il tempo. Per la classe V B del liceo delle Scienze Umane Francesco De Sanctis, è stato come salire su una macchina del tempo, rivivendo la storia di ventotto ragazzi che da cinque anni percorrono “a mano a mano” la stessa strada. Per un attimo si dimenticano le gerarchie, e professori e alunni come vecchi amici cantano, ballano e si abbracciano al ritmo dell'evergreen “Notte prima degli esami”. Quale maturando non ha mai pensato a come sarebbe stato il momento in cui avrebbe finalmente urlato “la matematica non sarà mai il mio mestiere”? Eppure in questo momento sospeso nel tempo, tutto assume un sapore diverso da quello immaginato. Disciolte nell'aria ci sono una tensione e un'emozione inedite che si spiegano benissimo negli occhi lucidi di tutti, soprattutto nei momenti finali della festa. Tra la visione di un video, che mescola imitazioni divertenti e foto che ripercorrono i momenti più belli di cinque anni , e lettere emozionate, cresce in ognuno la consapevolezza di essere riuscito in qualche modo ad assaggiare un pezzo della vita di tutte le altre persone nella stanza. Pezzi di vita diversi, eppure così incastrati da un legame profondo e prezioso. Ci si sente parte di una realtà più grande e circoscritta dalla quale non ci si vuole separare, perché è forte la necessità di rimanere legati a ciò che ci fa stare bene. Eppure si andrà avanti. Quando la malinconia si farà pressante, si sentirà ancora una volta il bisogno incontrollabile di ricordare tutto: le avventure vissute insieme, le risate, le preoccupazioni, le tensioni, le “giornate no” e le ansie. Parafrasando i versi finali delle “Ricordanze” di Leopardi, l'amato “Giacomino”, la cui presenza si fa forte anche in questa giornata : “L'acerbo ricordo sarà compagno d'ogni mio dolce immaginare, di tutti i miei teneri sentimenti, di tutti i miei tristi e cari moti del cuore“. Gli esami sono un muro da scavalcare, oltre il quale maestosa e piena di incognite si estende la vita. Per quanto sia difficile immaginare cosa accadrà dopo , è proprio da qui che i ragazzi della V B riprenderanno a camminare costruendo nuove strade. Saranno strade diverse , da percorrere “ a cuore a cuore” quando saranno un po' più lontani . La vita li aspetta , le speranze e i sogni ne accendono il corpo e l'anima. Troveranno il coraggio e si tufferanno senza remore nel mare del futuro, sperando sempre in un “dolce naufragar”.
Marika Magnifico, Liceo Classico, Linguistico e delle Scienze Umane “F. De Sanctis” - Trani