Con la visione del film Astrosamantha, che racconta le fasi della preparazione alla missione spaziale, l’arrivo nello spazio e il rientro a casa, di Samantha Cristoforetti, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea, il giorno 7 Aprile si è concluso il progetto “Le studentesse vogliono ‘contare’! Il mese delle STEM” a cui la nostra scuola, G. T. Giordani di Monte Sant’Angelo, ha aderito con entusiasmo. Il progetto è un’iniziativa del Miur in collaborazione con il Dipartimento delle Pari opportunità della Presidenza del Consiglio, con il sostegno della sede italiana della Commissione Europea, per la promozione delle discipline STEM (acronimo di Science, Technology, Engineering, and Mathematics) nelle scuole di ogni ordine e grado in modo pari tra le ragazze e i ragazzi. Il percorso è stato organizzato dalla professoressa Rosangela Granatiero e si è avvalso della preziosa presenza della professoressa Anna Di Iasio, già docente di Scienze presso il Liceo Scientifico di Manfredonia, attualmente vice presidente di Italia Nostra, sezione Le terre dell’angelo, di Monte Sant’Angelo e da sempre impegnata nelle questioni femminili. Lo scopo dell’iniziativa è stato riflettere su come gli stereotipi di genere condizionino le scelte delle ragazze ancora oggi. Infatti, secondo uno studio del MIUR, in Italia solo il 38% delle studentesse indirizza il proprio percorso formativo e professionale nelle discipline STEM, con un gender gap del 4,6%. I dati OCSE PISA, però, dicono che le ragazze giungono alla conclusione degli studi in numero maggiore rispetto ai loro colleghi maschi e con valutazioni complessive più alte. La professoressa Di Iasio, relatrice degli incontri, ha sottolineato che questa situazione è frutto di pregiudizi atavici, difficili da distruggere, e che essi nascono già all’interno delle famiglie, dove i genitori pensano a carriere diverse per i propri figli in relazione al sesso. Nei diversi incontri abbiamo avuto modo di conoscere meglio due donne che, abbattendo il muro dei pregiudizi, hanno dato il loro importante contributo alla scoperta scientifica: Marie Curie e Rosalind Franklin. A Marie Curie, la prima donna al mondo a laurearsi in fisica alla Sorbona e vincitrice, agli inizi del ‘900, di due premi Nobel, in chimica e in fisica, si deve la scoperta della radioattività. Essa è riuscita a coniugare la carriera professionale e la vita privata in un ambiente dominato dai maschi, forse perché anche suo marito, morto prematuramente, era uno scienziato. Rosalind Franklin, chimica e fisica britannica, è la scienziata che ha fotografato ai raggi X la struttura a doppia elica del DNA, la famosa “foto 51”. La sua vita, purtroppo, si svolge in un ambiente lavorativo caratterizzato da una forte competitività, rivalità e ambizione. Addirittura il riconoscimento della foto le viene rubato da un collega, che vince il premio Nobel nel 1962, e che, solo dopo la morte della scienziata, ne riconosce il merito ed il valore. Il suo è stato un Nobel mancato che le ha prodotto una notorietà senza limite e ne ha fatto una icona del femminismo. Gli importanti risultati raggiunti da queste, ma anche da altre donne nell’ambito scientifico, non possono che essere un modello e uno stimolo per tutte le giovani donne che si affacciano al mondo del lavoro e che trovano davanti a loro ancora ostacoli di genere. Destrutturare i pregiudizi è difficile, ma non impossibile. Per farlo ricordiamo le parole che Marie Curie ha affidato al suo fedele diario “La vita non è facile per nessuno, e allora? Bisogna essere perseveranti, credere di essere dotati per qualcosa e bisogna raggiungere l'obiettivo, a qualsiasi costo”.
Pasquina Armillotta IV A LES
Rita Cotugno V A LC