Oggi, 26 Novembre 2016, le classi 5AC, 5BC, 5AS e 5DS del Liceo "De Sanctis" di Trani hanno assistito ad una conferenza concernente il dialogo interreligioso, ovvero l'interazione fra gruppi di persone basato sul presupposto che, i gruppi coinvolti, operino per la tolleranza e il rispetto reciproco.
L'incontro, avvenuto nell'Aula Magna della sede centrale del Liceo, è stato prevalentemente incentrato su una sorta di lezione formativa circa il tema succitato, tenuta da un intellettuale "poliedrico", così definito da più critici italiani: Brunetto Salvarani. L'etimologia della parola "religione", richiama il verbo latino "religere": "tenere stretto qualcosa", "legare". A tal proposito, infatti, è possibile accomunare il concetto di "religione" ad un'intercultura metaforica e spirituale che ogni individuo, abbracciando qualsiasi credo, è chiamato a compiere. La religione, come più volte sottolinea Salvarani, dovrebbe avere una finalità liberante, respingendo qualsiasi forza promotrice di diversità e favorendo, invece, il superamento dei pregiudizi che da sempre caratterizzano tutte le civiltà mondiali. L'intellettuale, saggista e critico letterario, vista la sua profonda passione nei confronti della musica, è considerato un vero e proprio "teologo pop", infatti, egli ha basato la sua lectio magistralis sulla relazione intrinseca che si instaura tra la musica e la religione. Soggetto e oggetto fondamentale di tale rapporto sono i giovani, la maggior parte dei quali affronta un distacco vero e proprio dalla Chiesa subito dopo il sacramento della Confermazione. Questa classe d'età, sostiene ancora Salvarani, divenuta una reale classe sociale dopo i movimenti del Sessantotto, dovrebbe approcciarsi in maniera olistica al mondo clericale, assumendo, però, una visione asettica nei confronti delle altre dottrine religiose. Si giunge, dunque, al fulcro della lectio interreligiosa: la religione tra De Andrè e Guccini come dialogo per i giovani di oggi. Dopo una breve introduzione biografica di entrambi i cantautori, Salvarani procede con l'introduzione e la spiegazione del primo album musicale pubblicato da De Andrè: "Volume I". All'interno di tale disco, De Andrè analizza in modo cronologico l'età cristiana e, ammettendo di aver effettuato lo studio dei vangeli apocrifi, effettua una comparazione religiosamente ribelle dei vari culti. De Andrè, secondo l'intellettuale in questione, non dovrebbe essere considerato un "cristiano anonimo", quanto un esploratore del significato della vita e di un Dio nascosto. Inoltre, afferma ancora il teologo, la ricerca di una paternità superiore è concretizzata all'interno di un suo famoso brano intitolato "Si chiamava Gesù" e, a tal proposito, egli cita alcuni stralci di canzone, spiegandone il significato. Successivamente, Brunetto Salvarani sceglie di concludere la sua formidabile conferenza ponendo a noi alunni un quesito, permettendoci di favorire del beneficio del dubbio. Presupponendo che di qualsiasi Dio si parli, ci si trova sempre sotto lo stesso sole, per quale motivo oggi le religioni rappresentano un fattore di violenza e conflitto piuttosto che di pace e fratellanza?
Roberta Pizzichillo, V D scienze umane, Liceo "F. De Sanctis", Trani