In base ai programmi ministeriali, il secondo anno del primo biennio prevede in italiano l’apprendimento del testo poetico, dall’aspetto metrico a quello sintattico o retorico. La docente di lettere ha introdotto tale argomento nella mia classe con attività differenti e divertenti rispetto alla classica lezione sulla poesia. Abbiamo iniziato creando dei semplici acrostici che avessero valore poetico e arricchendoli con l’utilizzo di rime. Attraverso questo lavoro, molti miei compagni hanno scoperto di avere una passione nascosta e una dote nel comporre versi profondi e artistici. Successivamente la professoressa ci ha proposto di confrontare la musica e la poesia, un binomio che inizialmente ci ha lasciato un po’ perplessi perché accostare qualcosa di moderno, come la musica, a ciò che da sempre viene considerato da noi alunni ancestrale e noioso, ci sembrava un lavoro a dir poco difficile. Un rapporto non facile che però ha prodotto buoni risultati. Ogni alunno ha portato il testo di una canzone che lo rappresentasse al meglio. Tale testo è stato oggetto di riflessioni da parte di tutta la classe la quale si è impegnata a fare un’analisi lessicale e stilistica molto capillare di ciascun testo musicale. Abbiamo potuto osservare quella linea sottile che crea il legame tra poesia e musica. Come i componimenti poetici, anche i testi musicali vanno interpretati dagli ascoltatori, diffondono sentimenti, idee e raccontano storie. Nelle canzoni, appunto, sono presenti richiami fonici e figure retoriche attraverso le quali si esprimono le sensazioni e i pensieri del cantante. Molti sono stati i cantanti che hanno cercato di interpretare al meglio la fusione tra musica e poesia ed è impossibile non citare grandi nomi come Luigi Tenco, Fabrizio De André, Roberto Vecchioni, Ivano Fossati, Franco Battiato, Francesco Guccini, Lucio Dalla, Francesco De Gregori.
Musica e poesia si compenetrano e non fanno altro che arricchirsi e, spesso, rendersi reciprocamente migliori. Se la poesia è la musica delle parole, la musica è la poesia dei suoni. Studiarla a scuola avrebbe una duplice finalità: avvicinare i docenti agli studenti così da creare un’atmosfera più collaborativa e cooperativa; lo studente, dal canto suo, sarebbe più aperto al dialogo, al confronto e allo scambio di idee. In questo modo l’apprendimento sarebbe più fruibile.
Sara Ruta 2AL Liceo Economico Sociale "Ettore Carafa" Andria