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Il 19 Febbraio 2016 si è tenuta a Bari, in un salone della Regione Puglia, una conferenza per presentare il libro “A Sicilian Patriot” del magistrato Giannicola Sinisi. Questo compito è stato affidato, insieme all’autore, anche al dott. Giuseppe de Tomaso (direttore della Gazzetta del Mezzogiorno), al dott. Michele Emiliano (Governatore regionale della Puglia), al dott. Mario Loizzo (Presidente del Consiglio Regionale della Puglia), alla prof.ssa Rossella Diana (responsabile della legalità) e al dott. Stefano Fumarulo (dirigente della sezione “Sicurezza del cittadino, politiche per le migrazioni e antimafia sociale” della Puglia). La conferenza ha avuto inizio alle ore 11.35 con il ringraziamento agli Istituti Bianchi Dottula, Romanazzi, De Lilla ed Elena di Savoia da parte del Presidente Mario Loizzo. A seguire, ha preso la parola il dott. S. Fumarulo, il quale ha sottolineato l’importanza della sensibilizzazione dei giovani ai problemi della legalità e dell’ascolto delle testimonianze di chi in prima persona ha vissuto quello che è accaduto nella strage di Capaci. Ha aggiunto, inoltre, che Giovanni Falcone è stato il magistrato più importante non solo per Italia, ma anche per gli Stati Uniti d’America, dove iniziò la collaborazione per attuare le prime operazioni contro la mafia. Il giornalista De Tomaso ha spiegato poi come la strage incise sulla scelta del Presidente della Repubblica nel 1992. Dopo un lungo e intenso intervento sul rapporto professionale e umano vissuto con Falcone, il giornalista ha passato la parola al dott. Fumarulo che ha rivolto alcune domande sull’importanza della scuola nell’educazione alla responsabilità alla professoressa Diana, la quale ha sostenuto la necessità di ricordare quelle vicende ai giovani, che le vedono come “Storia”, ma che in realtà non fanno altro che ripetersi nel tempo. Il ruolo della scuola, ha sottolineato la prof.ssa Diana, è quello di lasciare che siano i ragazzi ad ideare progetti riguardanti la legalità per poter sviluppare la loro coscienza critica. Dopo un vivace dibattito, ha preso la parola l'autore, precisando che il libro non vuole essere una visione personale degli avvenimenti ma un semplice tributo successivo ad una sua “consegna di silenzio”. Il magistrato ha rivelato che, a seguito di incomprensioni e di eccessivo sbandieramento di informazioni da parte di altri, aveva deciso di tenere per sé tutto quello che sapeva, ma di aver poi cambiato idea, non solo per parlare di Falcone e della sua importanza, ma per cercare di far comprendere i meccanismi che non permettono all’Italia di essere del tutto un grande Paese. Con questo tributo il dott. Sinisi si è posto la domanda: “perché un eroe che negli Stati Uniti d’America è stato ammirato, in molte circostanze in Italia è stato disprezzato, e addirittura è stato ucciso nella sua terra?”. Il magistrato sostiene che i nemici di Falcone non siano stati unicamente i mafiosi, ma anche molti di quelli che si dichiaravano contro la mafia. La situazione era ben diversa negli USA, in cui il magistrato Falcone veniva quasi adorato; ne è una prova la sua statua (l’unica presente) nei giardini dell’FBI. L’ultimo intervento è stato quello del Governatore Emiliano, il quale ha affermato che “non è vero che noi non possiamo far nulla contro la mafia perché siamo piccoli, anche Falcone lo era. Ma lui, a differenza di altri, combatteva per un ideale e non aveva paura della morte, anzi, era felice perché almeno sapeva che sarebbe morto dopo aver fatto di tutto per combattere il suo nemico, che è anche quello di tutti: la mafia”.

Simona D'Alba
IV B Liceo Economico-sociale

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