Il 19 Maggio 2017, a conclusione di un percorso svolto a scuola sui diritti umani, io e la mia classe abbiamo avuto l'opportunità di una "visita d'istruzione" molto particolare presso la casa circondariale di Borgo San Nicola a Lecce.
Tra quelle alte mura e nell'incontro con gli operatori prima e i detenuti dopo, si rivaluta ciò che differenzia la persona libera da quella detenuta, ovvero la libertà!
Sì, proprio così, non ho sbagliato, perchè dopo l'esperienza fatta mi sono resa conto di quanto grande sia la prigione di pregiudizi che "ingabbia" colui che si definisce libero. Le parole dei detenuti che abbiamo incontrato mi hanno fatto comprendere quanto poco riusciamo ad apprezzare il valore della vita, della libertà, il valore inestimabile delle piccole cose, dei piccoli gesti che cambiano il quotidiano e la vita stessa.
Ci hanno fatto capire quanto siamo "attaccati", e quindi prigionieri inconsapevoli, al nostro cellulare, quanto teniamo a farci vedere fumare o bere per sentirci più sicuri e quindi dimostrarci più liberi di quanto in realtà siamo, di fronte agli altri.
Ci hanno mostrato il loro desiderio di lasciare da parte gli errori e, nell'istruzione uscire dall'ignoranza che, in parte, ha portato loro a commettere atti di delinquenza o di crimine.
"La scuola è importante" dicevano, eppure i giovani di oggi non fanno altro che lamentarsi e, talvolta rifiutare l'istruzione.
Sicuramente visitare il carcere è stata un'esperienza che mi ha arricchito l'anima mettendo in luce i valori veri della vita suscitando in me un particolare attaccamento alla vita stessa e alla libertà, valori che spesso e volentieri si mettono da parte.
Infine mi ha fatto riflettere sul valore del perdono, quello vero e non ipocrita, che ormai nessuno, o quasi, è disposto a dare perchè tutti ci sentiamo forti nelle nostre posizioni, arroccati nelle nostre verità assolute che spesso producono nient'altro che solitudine.
Tanti pensieri hanno affollato la mia testa nelle ore e nei giorni successivi a questa visita.
Mi sono ritovata così a riflettere che infondo perdersi nei corridoi bui del mondo è semplice perchè ci vuole coraggio nello scorgere e accogliere la luce.
Riscattarsi con se stessi è possibile ma la società intorno a te lo considera tale?
E' difficile rompere le catene dello stereotipo, del pregiudizio.
Non bisogna dimenticarsi però che la luce vince sempre sul buio, come l'acqua spegne il fuoco, come il bene vince sul male.
Posso dire con tranquillità che, con quest'esperienza, sono stati abbattuti i muri altissimi dei pregiudizi di noi "ben pensanti" crollati dinanzi a quegli occhi assetati di libertà.
Dalila Spagnolo VDU Liceo Pietro Siciliani - Lecce